Andrea Molesini - La primavera del lupo (2013)
Forte dell’esperienza nel campo della narrativa per ragazzi, in questo secondo romanzo - dopo l’apprezzato “Non tutti i bastardi sono di Vienna” - Molesini utilizza un narrante bambino per raccontare una storia che ha svolgimento - ancora - in tempo di guerra, questa volta sul finire del secondo - anziché del primo - conflitto mondiale.
L’esperienza è senz’altro importante… ma sta di fatto che questo bambino racconta in modo spesso poco credibile, per eccesso di inventiva linguistica, con passaggi repentini dal banale al poetico: qui, in ogni caso, si concentra l’attenzione del lettore, mentre tutto il resto passa in secondo piano. Nel suo percorso, pur intricato, la storia perde rilievo, sempre di più: e, ormai scemata la tensione, nemmeno il fatto che si concluda in luoghi ben noti del mio Trentino m'ha rianimato a dovere.
L’esperienza è senz’altro importante… ma sta di fatto che questo bambino racconta in modo spesso poco credibile, per eccesso di inventiva linguistica, con passaggi repentini dal banale al poetico: qui, in ogni caso, si concentra l’attenzione del lettore, mentre tutto il resto passa in secondo piano. Nel suo percorso, pur intricato, la storia perde rilievo, sempre di più: e, ormai scemata la tensione, nemmeno il fatto che si concluda in luoghi ben noti del mio Trentino m'ha rianimato a dovere.
Nessun commento:
Posta un commento