giovedì 29 novembre 2018

Medicina e scienza


Giorgio Dobrilla, Silvano Fuso, Stefano Oss - Medicina e scienza (2013)



Autori: un medico, un chimico, un fisico. Sottotitolo: “Frasi, proverbi e aforismi commentati senza indulgenza”. Giudizio: interessante, stimolante, piacevole.
Alcuni spunti di riflessione:
Il dolore più sopportabile è quello degli altri. (René Lériche) 
Sapere di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è conoscenza. (Confucio)
Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire. (Leonardo da Vinci)
L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori. (Niels Bohr)
Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. (Bertrand Russel)

lunedì 26 novembre 2018

Nuovi ma esperti

Un gruppo all'esordio, fatto però di musicisti esperti: Jawbone sono Paddy Milner (tastiere, voce), Marcus Bonfanti (chitarra, voce), Rex Horan (basso, voce), Evan Jenkins (batteria, percussioni). Il loro album di debutto, appena uscito, ha il nome della band, e contiene questa "Rolling on the Underground".



Jawbone- "Rolling on the Underground" (in "Jawbone", 2018)

giovedì 22 novembre 2018

Seme di strega


Margaret Atwood - Seme di strega / Hag-Seed (2016)



Una storia di per sé poco credibile è solo il pretesto per una riscrittura de “La tempesta” di Shakespeare, con vivisezione della commedia e innumerevoli divagazioni sul tema, alla lunga snervanti.
Ho un rapporto altalenante con Margaret Atwood: sa scrivere bene (ho apprezzato “Occhio di gatto”, “L'assassino cieco” e molti racconti), ma trovo che spesso si ostini in progetti discutibili che finiscono per risultare decisamente pesanti (“Il racconto dell'ancella”, “L'altra Grace” e questo suo ultimo romanzo).

lunedì 19 novembre 2018

Tre di Memphis


I tre
sono di Memphis, Tennessee,
e fanno un rock classico, sempre buono:
sono i Dirty Streets, e il loro ultimo album è "Distractions"



Dirty Streets - "The Sound" (da "Distractions", 2018)

giovedì 15 novembre 2018

L'amore


Maurizio Maggiani - L'amore (2018)



Due sposi, maturi, come tanti. Lui considera l'amore: quello passato, che ora è memoria e tracce residue, e quello presente, che è tenerezza, e conforto. L'amore segna, fortemente, sempre.
Al Maggiani de “Il Romanzo della Nazione”, pretenzioso fin dal titolo, preferisco questo, privato, intimo. Più su, al top, resta per me quello di “Meccanica celeste”.

lunedì 12 novembre 2018

Ennesimo album


John Hiatt
sempre in forma
interpreta "Over The Hill"
dall'ennesimo album "The Eclipse Session" 



John Hiatt - "Over The Hill" (da "The Eclipse Session", 2018)

giovedì 8 novembre 2018

Asimmetria


Lisa Halliday - Asimmetria / Asymmetry (2018)



Diciamolo subito: Lisa Halliday è stata amante di Philip Roth, lei venticinquenne, lui quarant'anni più vecchio. Nella prima parte di “Asimmetria” questo loro rapporto ispira fortemente la narrazione, con Roth trasposto nell'affermato scrittore Ezra Blazer e lei in una lavorante nell'editoria, aspirante scrittrice: la costruzione appare qui piuttosto artificiosa, a volte temeraria, e non convince granché. Segue un racconto del tutto diverso, perlopiù ambientato in Medio Oriente, decisamente più riuscito. E poi il finale, un'intervista a Ezra Blazer nella quale egli – brillante alter ego di Roth – si apre, disserta, gigioneggia e trova anche il modo di elogiare il romanzo breve di una giovane scrittrice uscito da poco... probabilmente il racconto di cui sopra. “Asimmetria” è un romanzo... decisamente asimmetrico, fatto di componenti diverse, stranamente assemblate, buone e meno buone; resta il fatto che questa Lisa Halliday, all'esordio, lascia il segno, mostrando di sapersi esprimere anche su alti livelli: sarà da seguire.

lunedì 5 novembre 2018

La migliore


Giorgia,
la migliore



Giorgia - "Le tasche piene di sassi" (in "Pop Hearth", 2018)

giovedì 1 novembre 2018

Exit West


Mohsin Hamid - Exit West (2017)



Romanzo visionario, accettabile fintantoché i protagonisti Saeed e Nadia vivono il loro difficile amore in un'imprecisata città mediorientale segnata dalla guerra civile. Poi, dal momento in cui i due scappano e, attraversando fantomatiche “porte”, giungono in occidente, tra la massa di migranti ferocemente osteggiati dai nativi, il racconto si fa apocalittico, dispersivo, respingente; certe scenette, poi, con tutt'altri protagonisti e contesti, appiccicate qua e là, risultano decisamente incomprensibili.
Di Mohsin Hamid avevo apprezzato “Il fondamentalista riluttante” (2007); questo “Exit West”, che l'autore pakistano ha scritto dieci anni dopo, no, non mi è piaciuto proprio.