sabato 31 dicembre 2011

La famosa volpe azzurra

Mesi fa avevo dedicato un post al Leonard Cohen scrittore: questo è per il musicista-poeta. Propongo la sua "Famous Blue Raincoad" (1971: quantant'anni, pure lei!), che ha per testo una lettera di... fine dicembre. "La famosa volpe azzurra" fu tradotta da Fabrizio De André e Sergio Bardotti, con il testo (*) adattato per l'interpretazione di Ornella Vanoni.

Buon "fine dicembre"!



Leonard Cohen - "Famous Blue Raincoad" (live, 2010)


*
La famosa volpe azzurra
(Cohen - De André - Bardotti) 

Le quattro di sera di fine dicembre
ti scrivo e non so se ci servirà a niente
Milano è un po’ fredda ma qui vivo bene
si fa musica all’”Angolo” quasi tutte le sere
mi dicono stai arredando la tua piccola casa
in qualche deserto
e che per il momento stai vivendo di poco
o soltanto di quello
sì, e Lucio, sai
parla ogni tanto di te
di quella notte in cui tu
gli hai detto che eri sincera...
sei mai stata sincera?

L’ultima volta ti ho vista invecchiata
con la tua volpe azzurra famosa e sciupata
lì alla stazione a contare mille treni
e tornartene a casa come Lili Marléne
hai trattato il mio uomo come un fiocco di neve
che si scioglie da sé
e un attimo dopo non era più l’uomo
né per te né per me
e ti vedo lì con una rosa tra i denti
un trucco nuovo per nuovi clienti
ora Lucio si é svegliato
anche lui ti saluta…

Che cosa altro dirti, sorella assassina
che cosa altro scriverti adesso non so
se non che mi manchi se non che ci manchi
e certo alla fine ti perdonerò
e se tornerai da ’ste parti
per lui o per noi
troverai una rivale che dorme
e il suo uomo, se vuoi

E grazie per la noia che gli hai tolto dagli occhi
io mi c’ero abituata e così
non mi ero neppure provata
e Lucio, sai
parla ogni tanto di te
di quella volta che tu
gli hai fatto la notte più bella
ti saluto,
tua Ornella.

venerdì 30 dicembre 2011

Pezzo... immenso

Mi è capitato di parlare di Robert Plant, in questo blog, dando conto di una sua attività recente; e di citare, seppur di sfuggita, il povero John Bonham, segnalando che il figlio suona la batteria nel "supergruppo" Black Country Communion; a breve dirò una cosetta su John Paul Jones, per via di una sua collaborazione di qualche mese fa. Mancherebbe giusto Jimmy Page... Ma, insomma, e ricordare in toto i Led Zeppelin? A questo punto è doveroso, e c'è un buon motivo per farlo oggi, un attimo prima che scada l'anno: la loro "Stairway to Heaven", pezzo... immenso, nel 2011 ha compiuto... 40 anni!



Led Zeppelin - "Stairway to Heaven" (live, 1973)

giovedì 29 dicembre 2011

Indignazione


Philip Roth - Indignation (2008) / Indignazione


 
Marcus Messner fugge dal padre, opprimente e castrante, ma trova anche nel Winesburg College un'aria insopportabile, bigotta e meschina; si indigna e tenta di ribellarsi alle costrizioni, principalmente sessuali e religiose, ma finisce per soccombere, come spesso accade a chi non si adegua. La sua storia personale, inserita in un pezzo importante della storia americana, ha epilogo nella terribile guerra di Corea, all'inizio degli anni '50; la racconta un Philip Roth incisivo ed essenziale più che mai: "si fa quel che va fatto", sosteneva deciso il padre di Marcus, a mo' di insegnamento; "si dice quel che va detto" (niente di più, niente di meno), sembra sia, da qualche anno a questa parte, il motto-guida del grande scrittore americano.

(Agli amici... lo consiglio.)

mercoledì 28 dicembre 2011

Un bel gioco di voci

Nel settembre 2011
è uscito il secondo album
- dal titolo "Feet Fall Heavy" -
di Kill It Kid, gruppo inglese di Bath.
Contiene questa "Pray On Me", un blues rock 
con un bel gioco di voci tra lei, Stephanie (Ward), e lui, Chris (Turpin). 



Kill It Kid - "Pray On Me" (da "Feet Fall Heavy", 2011)

martedì 27 dicembre 2011

Zucchero toccante

Una settimana fa è stato proposto in diretta televisiva il concerto che Zucchero ha tenuto al teatro Valli di Reggio Emilia: oltre due ore di buona musica, con i pezzi dell'ultimo album, "Chocabeck" (2010), nella prima parte e con una serie di canzoni più datate nella seconda. Un bel concerto davvero, che può essere eventualmente rivisto qui:

"Alla fine", da "Chocabeck", è un brano toccante
composto da Zucchero per un amico gravemente malato, poi scomparso.



Zucchero - "Alla fine" (da "Chocabeck", 2010)

domenica 25 dicembre 2011

Natale con Elvis



Elvis Presley - "Blue Christmas" (live, 1968)



A tutti i visitatori del Frabeblog
auguri di buon Natale (not blue).

venerdì 23 dicembre 2011

Una raffinatezza adeguata

Da tempo volevo proporre i Negrita e, in particolare, la loro "Brucerò per te", dall'album 2011 "Dannato vivere": una canzone romantica, per una volta (a Natale). Il fatto è che non riuscivo e tuttora non riesco a caricare il video ufficiale, chissà perché: opto allora per quest'altro, che mi pare abbia una raffinatezza adeguata. (A quella del Frabeblog!)  



Negrita - "Brucerò per te", da "Dannato vivere" (2011)

giovedì 22 dicembre 2011

L'importanza di un piccolo gesto

Accontentiamoci di riparare poche cose. Poche cose, è già molto. Una sola cosa riparata ne cambia altre mille. Il cane laggiù è legato a una catena troppo corta. Cambiala, allungala. Così riuscirà a raggiungere l’ombra e a distendersi, e smetterà di abbaiare. E il silenzio ricorderà alla madre che desiderava un canarino nella gabbia in cucina. E sentendo cantare il canarino, stirerà un altro po’. E, con indosso una camicia stirata di fresco, il padre sentirà meno dolore alle spalle quando andrà al lavoro. E così, quando tornerà a casa, di tanto in tanto scherzerà, come faceva un tempo, con la figlia adolescente. E la figlia cambierà idea e una sera deciderà di portare a casa, solo per questa volta, il suo innamorato. E un’altra sera, il padre proporrà al giovane di andare a pesca insieme… Chi mai al mondo può saperlo? Tu intanto allunga la catena.

Da: John Berger - Qui, dove ci incontriamo (2005)
(Trad. Maria Nadotti) 

mercoledì 21 dicembre 2011

Dolce e intenso

Jonny Lang, cantante-chitarrista-compositore statunitense, classe 1981, esordì giovanissimo. "Breakin' me" era un suo pezzo, dolce e intenso, del 1998, contenuto in "Wander This World", il terzo (!) album di Jonny. Quanto a produzione discografica, negli ultimi anni "il nostro" ha rallentato parecchio:  l'ultimo album di studio risale al 2006, purtroppo. Attendiamo comunque fiduciosi: ascoltando questa riproposizione del 2010 di "Breakin' Me", nella quale Jonny è molto concentrato sul canto - le straordinarie capacità chitarristiche tenute un po' a freno... 

(NB: L'avvio del video è lento: occorre avere un po' di pazienza, come sempre nella vita.)



Jonny Lang - "Breakin' Me" (live, 2010)

martedì 20 dicembre 2011

Non conosco il tuo nome


Joshua Ferris - The Unnamed (2010) / Non conosco il tuo nome



Questo romanzo è una classica “americanata”* (senza offesa per gli americani, capaci di ben altro in campo artistico): ha, cioè, alla base un’idea eccessiva, paradossale, e su questa sviluppa una storia pretenziosa nelle intenzioni e ricca invece principalmente di ovvietà; leggi e... rivedi il film "già visto" che ne sarà tratto.
Dunque: un avvocato brillante subisce crisi di costrizione endogena a camminare, camminare, camminare fino a spossarsi e ad addormentarsi di brutto lì dove arriva; la moglie e la figlia per un po’ lo recuperano, poi non più, e lui cammina, cammina, cammina tantissimo per le strade d’America (quel simpatico di Forrest Gump correva; ma si fermava, alfine...); torna giusto qualche attimo per vedere il neonato nipotino e la moglie con il cancro; è un paranoico schizofrenico, dicono gli psichiatri, con  mente e corpo sempre in lotta tra di loro: "chi la dura la vince", di solito, ma qui perdono entrambi (eh sì, già visto anche il finale: in Into the Wild). 

*NB: Il genere a qualcuno piace, magari anche molto: io ne sono allergico.  

(Agli amici... lo sconsiglio.)

domenica 18 dicembre 2011

Doppio traguardo

Black Stone Cherry (ovvero BSC), la rock band di Edmonton (Kentucky, USA), ha raggiunto nel 2011 un doppio traguardo: il decennale di vita e il terzo album di studio, "Between the Devil & the Deep Blue Sea", da cui questa intensa "In My Blood".



Black Stone Cherry - "In My Blood" (da "Between the Devil & the Deep Blue Sea", 2011)

venerdì 16 dicembre 2011

Bella tosta

Seether è una band sudafricana, con base da anni negli Stati Uniti:
dall'ultimo album - della primavera 2011 - questa "Tonight", bella tosta. 


 

Seether - "Tonight", da "Holding Onto Strings Better Left to Fray" (2011) 

giovedì 15 dicembre 2011

Una gara d'arceri

Corre il giovane verso la donna: ma è davvero amore per lei a spingerlo? o non è amore soprattutto di sé, ricerca d'una certezza d'esserci che solo la donna gli può dare? Corre e s'innamora il giovane insicuro di sé, felice e disperato, e per lui la donna è quella che certamente c'è, e lei sola può dargli quella prova. Ma la donna anche lei c'è e non c'è: eccola di fronte a lui, trepidante anch'essa, insicura, come fa il giovane a non capirlo? Cosa importa chi tra i due è il forte e chi è il debole? Sono pari. Ma il giovane non lo sa perché non vuole saperlo: quella di cui ha fame è la donna che c'è, la donna certa. Lei invece sa più cose; o meno; comunque sa cose diverse; ora è un diverso modo d'essere che cerca; fanno insieme una gara d'arceri; lei lo sgrida e non l'apprezza; lui non sa che è per gioco.
Da: Italo Calvino - Il cavaliere inesistente (1959)

mercoledì 14 dicembre 2011

Due "Not Fade Away"

"Not Fade Away" è un pezzo composto nel 1957 dal grande Buddy Holly, ripreso e portato alla notorietà nel 1964 dai Rolling Stones - che l'hanno mantenuto poi stabilmente in repertorio -, eseguito in tempi successivi anche da molti altri interpreti.

Prima di proseguire il discorso... la versione degli Stones.



The Rolling Stones - "Not Fade Away" (live, 1964)


In un album del giugno scorso dedicato a Buddy Holly, con cover di artisti vari, il brano è stato riproposto in una versione totalmente nuova da Florence and The Machine (o Florence + The Machine), il gruppo emergente della londinese Florence Leontine Mary Welch: questa "Not Fade Away", quasi irriconoscibile, è interessante... merita attenzione.



Florence + The Machine - "Not Fade Away" (da "Rave On Buddy Holly", 2011)

martedì 13 dicembre 2011

La vita accanto


Mariapia Veladiano - La vita accanto (2011)



Rebecca nasce brutta, molto brutta, e già per questo avrà una vita dura, complicata poi ulteriormente da genitori incapaci d’amarla e da compagni cattivi. In suo parziale aiuto qualche figura positiva - piuttosto sfuggente, in verità -, e poi la musica: Rebecca diventerà una brava pianista.
Il romanzo, dunque, tocca temi quali il ruolo dell’aspetto fisico, l’effetto della carenza d’amore e dell’esclusione, la responsabilità dell’evento negativo (naturale/soprannaturale), il dono e la coltivazione del talento, la gratificazione dell’arte e del lavoro… La scrittura della Veladiano è curata e scorrevole, ma la tensione indotta nel lettore - basata sull’empatia con la protagonista e sull’attesa di eventuale riscatto -, buona inizialmente, scende ben presto, nonostante le potenziali sorprese collocate lungo il percorso: che sono poi sventure, perlopiù, eccessive per quantità e qualità. E così si finisce male, tra scoramento e noia.

(Agli amici... lo sconsiglio.)

lunedì 12 dicembre 2011

Cattiva compagnia in ottima forma

Paul Rodgers è una delle più grandi voci del rock. Qui è con la sua cara Bad Company, che dagli anni '70 arriva al grande concerto di Wembley dell'aprile 2010... in ottima forma.



Bad Company - "Run With The Pack" (live, 2010)

venerdì 9 dicembre 2011

Vintage di qualità

Vintage Trouble è una band nata a Los Angeles nel 2010, composta da Ty Taylor - voce, Nalle Colt - chitarra, Rick Barrio Dill - basso, Richard Danielson - batteria: musicisti non più giovanissimi, con varie esperienze alle spalle. Il loro primo album, "The Bomb Shelter Sessions" (2010) è un bel mix di rock, blues & soul nel quale spicca soprattutto la voce di Ty Taylor, le cui modulazioni rievocano quelle di certi grandi del passato...
Il primo video è il più noto perché trasmesso regolarmente dai canali TV; gli altri due sono dei 'live' 2011 meno conosciuti, proposti qui a conferma delle indubbie qualità della band. 



Vintage Trouble - "Nobody Told Me", da "The Bomb Shelter Sessions" (2010)



Vintage Trouble - "Blues Hand Me Down" (live, 2011)



Vintage Trouble - "Run Outta You" (live, 2011)

giovedì 8 dicembre 2011

Storia della mia gente



Nesi Edoardo - Storia della mia gente (2010)



Forte di esperienza specifica, personale e famigliare, Nesi racconta il grave declino dell’industria tessile di Prato - e di molti altri settori dell’industria italiana -, conseguente soprattutto alla mancanza di regole e di governo del nuovo mercato globale. Lo fa, Nesi, con una narrazione stilisticamente spigliata, carica di passione e di rabbia, in qualche passaggio forse appena un po’ saccente… La rabbia, in ogni caso, è ben motivata: per la piega drammatica e irreversibile degli eventi, per le carenze e gli errori della gestione politica della crisi, per la posizione assunta pervicacemente da economisti dal grande pensiero teorico ma poco attenti agli esiti pratici delle dinamiche in corso; una rabbia dall'insorgenza improvvisa, per esempio, alla lettura, in un editoriale del Corriere della Sera, delle parole di un importante esperto di economia, scritte mentre le fabbriche pratesi chiudevano una dopo l’altra o passavano in mano ai cinesi: “Il coordinamento delle politiche pubbliche, divenute vere politiche comunitarie in certe materie, ha permesso di governare l’apertura dei mercati nazionali senza determinare sconvolgimenti e promuovendo la crescita”. Erano parole di Mario Monti, il nuovo condottiero italico: che ora è alla prova dei fatti.

(Agli amici... lo consiglio.)

mercoledì 7 dicembre 2011

Con il Boss c'era Clarence

Un anno fa - 7 dicembre 2010 -, in concerto con la sua E Street Band, il Boss eseguì alcuni dei pezzi di "The Promise", il doppio album che era stato rilasciato da poco. Questa bella "Gotta Get That Feeling" permette di rivedere all'opera e ricordare Clarence Clemons, il sassofonista e percussionista improvvisamente scomparso nel giugno scorso.



Bruce Springsteen - "Gotta Get That Feeling" (live, 2010)

martedì 6 dicembre 2011

Ogni promessa


Andrea Bajani - Ogni promessa (2010)


Di Bajani avevo apprezzato (vedi post del 15 novembre scorso) “Se consideri le colpe” (2007): “Romanzo intenso, permeato di sofferenza e tristezza, rese digeribili da una scrittura sobria e leggera”, scrivevo a commento.
Ma qui, in "Ogni promessa", sofferenza e tristezza sono decisamente esorbitanti: eventi penosi e ineluttabili si susseguono, raccontati al passato - e dunque finiti, senza più speranza alcuna - in un lungo monologo che si abbatte sul lettore soffocandolo pagina dopo pagina. Una sensazione spiacevole che peraltro, chiuso il libro, passa in fretta: resta la delusione, per uno scrittore giovane che, a proposito di 'promessa', non mantiene la sua.

(Agli amici... lo sconsiglio.)

lunedì 5 dicembre 2011

Una bella gioia condivisa

Dave Matthews Band al Gorge Music Festival (George, Washington), settembre 2011.
Questa "Granny" è tutta verve, partecipazione corale e... gioia: una bella gioia condivisa.



Dave Matthews Band - "Granny" (live, 2011)

venerdì 2 dicembre 2011

I 'veri' Yes

Gruppo nato nel 1968, gli Yes sono attualmente... in tour (con recente passaggio anche in Italia). Ma - attenzione! - da qualche anno la loro voce non è più quella di Jon Anderson (che pure è attivo, per conto suo): e allora non vale, questi sono... altro. Gli ultimi 'veri' Yes  risalgono al 2004: qui eseguono - in versione acustica, rielaborata... alla grande - la splendida "Roundabout" (che stava nel fantastico LP "Fragile", del 1972).



Yes - "Roundabout" (live, 2004)

giovedì 1 dicembre 2011

Perle in... "Tropico del Capricorno"

Cerco perle: nei libri. Da serbare, e farne tesoro.
In "Tropico del Capricorno", di Henry Miller, ho trovato queste:

  • C’è solo una grande avventura, ed è al di dentro, verso l’io.
  • La più meravigliosa occasione che la vita offre è d’essere umano. Comprende tutto l’universo. Comprende la conoscenza della morte, che non tocca nemmeno a Dio. 
  • Tutto sta in un certo modo in un certo posto, come la nostra mente sta in rapporto con Dio. Il mondo, nella sua sostanza visibile, tangibile, è una carta del nostro amore. Non Dio, ma la vita è amore. Amore, amore, amore.
  • Quando ridi fino a che ti vengono le lacrime e la pancia ti fa male, allora veramente apri il lucernario e dai vento al cervello. Nessuno può convincerti in quel momento a prendere il fucile e uccidere il tuo nemico; né alcuno può convincerti ad aprire un grosso tomo che contiene le verità metafisiche del mondo e a leggerlo. Se sai cosa significa libertà, libertà assoluta e non relativa, allora devi riconoscere che questo è il massimo a cui tu possa giungere. Se sono contro la condizione del mondo non è perché io sia un moralista, è perché voglio ridere di più. Non dico che Dio sia una grande risata: dico che bisogna ridere forte per avvicinarsi a Dio. Lo scopo grande della mia vita è avvicinarmi a Dio, cioè avvicinarmi a me medesimo.
  • La musica è l’apriscatole dell’anima. Ti dà una tremenda tranquillità interiore, ti dà la consapevolezza che c’è un tetto sul tuo essere.
  • Irradiare bontà è meraviglioso, perché è tonico, perché dà vigore e vita. Ma ancor più meraviglioso è semplicemente essere, perché è interminabile e non richiede dimostrazioni. Essere è musica, cioè profanazione del silenzio nell'interesse del silenzio, e perciò al di là del bene e del male. La musica è manifestazione dell'azione senza attività. È il puro atto creativo che nuota sul suo stesso seno. La musica né stimola né difende, né cerca né spiega. La musica è suono senza rumore fatto dal nuotare dell’oceano della coscienza. È un compenso che possiamo darci solo da noi. È il dono del dio che ciascuno è perché ha cessato di pensare a Dio. È prefigurazione del dio che ciascuno diventerà a suo tempo quando tutto ciò che è sarà oltre la fantasia.


"Tropico del Capricorno" (1939), di Henry Miller (1891-1980), trad. Luciano Bianciardi

mercoledì 30 novembre 2011

Little Bob (e i vecchi rockers)

Nel settore 'vecchi rockers', in Italia abbiamo Little Tony, in Francia hanno... Little Bob. Che poi è italiano pure lui, emigrato giovanissimo: Roberto Piazza, il suo vero nome. Rocker da una vita, ora Little Bob - accompagnato dall'omonimo gruppo - interpreta se stesso - in un cameo significativo - nel film "Le Havre", del regista finlandese Aki Kaurismäki, appena uscito nelle nostre sale con il titolo modificato in "Miracolo a Le Havre". Il padre di Roberto Piazza si chiamava Libero: nomen omen, era un anarchico antifascista. Lo stesso Little - very little - Bob  si fa chiamare anche Libero. E, ancora, nel film in questione pure il titolo del brano - suo, del 2002 -  è "Libero" - così, in italiano. C'è poesia in tutto ciò, e allora...
Vecchi rockers, 
un po' patetici, 
calcano indomiti
i palcoscenici:
un tempo amati,
restano amabili.


Little Bob - "Libero" (live 2011, video da film)

martedì 29 novembre 2011

La commedia umana

William Saroyan - The Human Comedy (1943) / La commedia umana

 
Andando all'essenza, la vita di alcuni - Homer e Hulysses, i fratelli Macauley, ad esempio - in un piccolo luogo - Ithaca, in California, ad esempio - è la vita di tutti: prima innocenza e poi disincanto, gioia e dolore, amore e non amore; e poi morte. Ognuno è attore della stessa commedia di sempre: ma con un'unica, irripetibile parte; ciascuno protagonista della propria vita: da vivere accanto - intrecciata - alle vite degli altri.
"La commedia umana" è un romanzo fatto di parole - leggere nella forma e forti nella sostanza - che toccano, entrano e vanno profonde.

(Agli amici... lo consiglio.)

lunedì 28 novembre 2011

La sirena canta e incanta

La rock band inglese The Union ha realizzato il suo secondo album, "Siren's Song",
preceduto di poco dal singolo omonimo. È un pezzo che merita:
ora suadente, ora potente, la sirena canta e incanta. 

 

The Union - "Siren's Song" (2011) 

venerdì 25 novembre 2011

Mega-intro al Bullfrog Blues

Del "Bullfrog Blues" si potrebbe dire che fu composto nel 1928 dal leggendario William Harris e che fu poi ripreso nel 1967 dai Canned Heat, nel 1972 da Rory Gallagher e poi da molti altri; ma il fatto è che il pezzo in questione... neanche lo sentiremo: il chitarrista australiano - inglese solo di nascita - Dave Hole riesce a stupire abbondantemente ancor prima di iniziarlo, con la sua personalissima, virtuosistica, ironica mega-intro.



Dave Hole - Intro al "Bullfrog Blues" (live, 2005)

giovedì 24 novembre 2011

Freddie c'è

Giusto un attimo di sosta, vent'anni fa:
quel "Don't stop me now" era stato ascoltato.
Buon compagno di viaggio, ora come allora, Freddie c'è.



Queen - "Don't Stop Me Now" (1978)

mercoledì 23 novembre 2011

Incubus bis

Dall'ultimo album degli Incubus, "If Not Now, When?", avevo proposto qualche mese fa l'orecchiabile "Promises, Promises", con relativo video ufficiale. Ma c'è pure questa
"Adolescents", più elaborata, che reclama attenzione: e allora bis, in bella esibizione live.



Incubus - "Adolescents" (live, 2011)

martedì 22 novembre 2011

Coppie

John Updike - Couples (1968) / Coppie


Il romanzo è ambientato a Tarbax, cittadina della provincia americana, negli anni appena precedenti la pubblicazione (1968): una serie di giovani coppie sposate, frivole e annoiate, si frequentano per… passatempo, dedicandosi a chiacchiere, giochi di società e partitelle sportive. A movimentare l’atmosfera è però soprattutto il sesso extraconiugale: per farne solo qualche cenno, c’è un tal Piet Hanema che colpisce nel segno ripetutamente (gravide comprese), mentre due coppie danno luogo ad uno scambio incrociato, prima nascosto e poi palese... Il tutto lascia perplessi: al di là di ogni considerazione morale, disturba la superficialità generale, di pensieri e comportamenti. Updike, che tiene avvinto il lettore con notevoli capacità stilistiche, forse si augura la sua reazione, ma certamente si espone ben poco: “l’incisiva critica nei confronti di una società eternamente insoddisfatta e alla ricerca impossibile dell’assoluto” di cui parla il commento in quarta di copertina risulta perlomeno… molto indiretta. Quella che si coglie più chiaramente è, al contrario, l’eccessiva condiscendenza dell'autore verso i suoi personaggi immaturi, atteggiamento che finisce per ingenerare, nella sequela delle scene rappresentate, leggere o piccanti, un clima ben affermatosi in tempi successivi: quello della telenovela.

(Agli amici... lo sconsiglio.)

lunedì 21 novembre 2011

Tre volte angelica

Giorno importante, oggi, per Charlene Soraia, 23 anni, londinese: perché esce il suo primo, atteso album, "Moonchild".
Nella biografia si legge che ha iniziato a suonare la chitarra a 5 anni, che ha avviato poco più tardi lo studio del pianoforte, che ha cominciato a esibirsi come cantante e musicista a 16 anni, che poi ha fatto parte di alcuni gruppi musicali.
Tra le sue prime esecuzioni registrate c'è questa "Bike", canzone ora inserita nell'album: qui live - nel 2008 -, voce... angelica e chitarra.


Charlene Soraia - "Bike" (live, 2008)


Quest'anno la notorietà, per Charlene, in gran parte legata alla sua versione soft di "Wherever You Will Go" dei Calling (2001), sfruttata nella pubblicità di un tè: eccola, voce - sempre angelica - e pianoforte.


Charlene Soraia - "Whenever You Will Go", da "Moonchild" (2011)


Date le premesse, vale la pena di approfondire. Questa "When We Were Five", prima traccia dell'album, è un pezzo più alternativo, molto raffinato, dall'atmosfera rarefatta e sospesa, costruita da sonorità avvincenti e dalla voce di Charlene, strumento aggiunto, qui... più angelica che mai. 
Concludendo, oggi debutta un'artista interessante: sarà da seguire.


Charlene Soraia - "When We Were Five", da "Moonchild" (2011)

venerdì 18 novembre 2011

Il 'cantattore' è soddisfatto

Come annunciato in precedente post, è dunque uscito da poco l'ultimo album di Tom Waits, "Bad As Me". Contiene tra l'altro questa "Satisfied", un pezzo che fa esplicito riferimento alla "Satisfaction" dei Rolling Stones, con tanto di citazione nel testo di "Mr. Jagger e Mr. Richards".
- Dopo che me ne sarò andato sarò soddisfatto, per quel che è stato e che sarà, - dice Tom, in buona sostanza - ma lo sarò pure prima di andarmene, quando vivrò pienamente e le cose gireranno per il verso giusto...
L'evocato Keith Richards è qui ben presente, con chitarra e relativo sound. Il video, interpretato in senso totale del 'cantattore' Tom, porta una firma che va pure segnalata: quella di Jesse Dylan, figlio di Bob. 



Tom Waits - "Satisfied", da "Bad As Me" (2011)

giovedì 17 novembre 2011

Ah, capirsi!

Lotti contro la superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d’acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d’incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l’incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell’incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia di equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l’intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.

Da: Philip Roth - Pastorale americana (1997)
(Trad. Vincenzo Montanari)

mercoledì 16 novembre 2011

Ancora Anouk

Dopo qualche mese,
ancora Anouk, perché... merita,
nell'esecuzione 'live' di "Been Here Before",  
un pezzo contenuto nel suo album 2011 "To Get Her Together":
musica trascinante, lei in forma smagliante.



Anouk - "Been Here Before" (live, 2011)

martedì 15 novembre 2011

Se consideri le colpe



Andrea Bajani - Se consideri le colpe (2007)


Un figlio adulto va, in terre lontane, al funerale della madre che l’aveva abbandonato da piccolo. Ci sono ricordi perduti che riaffiorano, allora, e tasselli mancanti da ricostruire, con lo sguardo intorno, sui luoghi e sulle persone, sul teatro squallido delle ultime scene di lei. Questo “Se consideri le colpe” è un romanzo intenso, permeato di sofferenza e tristezza, rese digeribili da una scrittura sobria e leggera. Andrea Bajani (classe 1975) è da seguire.

(Agli amici... lo consiglio.)

lunedì 14 novembre 2011

Assaggio di Nickelback

Album in uscita (21 novembre) per Nickelback.
Titolo: "Here and Now".
Un assaggio è questa "When We Stand Together":
dice (ribadisce) che "dobbiamo stare insieme", perché "è così che vinceremo".
OK?  


Nickelback - "When We Stand Together", da "Here and Now" (2011)

venerdì 11 novembre 2011

Poetica e sognante

"Old Pine" è una canzone poetica e sognante del giovane cantautore inglese Ben Howard, tratta dal suo album di debutto "Every Kingdom", fresco di incisione e lancio. 



Ben Howard - "Old Pine", da "Every Kingdom" (2011)

giovedì 10 novembre 2011

Il bipede ingrato

L’uomo è un essere bipede e ingrato. (…) Cospargetelo di tutti i beni del mondo, sprofondatelo nella felicità finché non gli arrivi sopra la testa, così che non se ne veda più se non qualche bollicina sulla superficie della felicità, come fosse la superficie dell’acqua; dategli una tale tranquillità economica che non gli rimanga proprio nient’altro da fare se non dormire, mangiare pasticcini e adoperarsi perché la storia universale non finisca: bene, anche così l’uomo, da quel bel tipo che è, e unicamente per ingratitudine, unicamente per farvi una pasquinata, vi combinerà una qualche porcheria. Metterà a repentaglio persino i suoi pasticcini, e a bella posta desidererà le più rovinose sciocchezze, la più antieconomica delle assurdità, all’unico scopo di poter mescolare a tutta questa positiva ragionevolezza il proprio rovinoso elemento fantastico. (…) Gli uomini sono pur sempre uomini e non tasti di pianoforte sui quali stian suonando le leggi della natura…

Da: Fedor M. Dostoevskij - Memorie dal sottosuolo (1864)
(Trad. Igor Sibaldi)

mercoledì 9 novembre 2011

Andamento fluttuante

Snow Patrol, la band scozzese-irlandese sulla scena dal 1997, torna con l'album "Fallen Empires". Interessante questa "This isn't everything you are" - qui 'live' - dall'andamento fluttuante... all'incirca così:
minimale all'avvio,
cresce piano, rinforza, si riempie di suoni e di cori;
si smorza;
  riprende, si arricchisce di nuovo, s'impone;
rallenta, si spegne: silenzio.



Snow Patrol - "This isn't everything you are" (live, 2011)

martedì 8 novembre 2011

Il gioco del rovescio

Antonio Tabucchi - Il gioco del rovescio (prima ed. 1981; nuova ed. 1988)


I racconti originari de "Il gioco del rovescio" (1981), costruiti su situazioni a doppia faccia - l'una più palese, l'altra più nascosta - erano otto; la raccolta più recente ne incorpora altri tre, successivi, l'ultimo dei quali - ambientato nell'antica Grecia - è alquanto diverso dagli altri, dissonante, e anche meno convincente: ma è un dettaglio marginale. A parte questo, sintetizzando molto, si può fare senz'altro un'affermazione perentoria: sono racconti bellissimi.

(Agli amici... lo consiglio.)

lunedì 7 novembre 2011

Bonamassa non s'annoia

Joe Bonamassa è un cantante-chitarrista-compositore statunitense, trentaquattrenne. Per anni si è espresso prevalentemente da solista e nel territorio del blues: ne è testimonianza la grande esibizione del 2009 alla Royal Albert Hall di Londra, da cui è tratta questa "Stop!", dall'andamento classico, molto godibile.



Joe Bonamassa - "Stop!" (live, 2009)


Poi la sterzata, nel 2010: Joe entra in un 'supergruppo', "Black Country Communion", insieme a Glenn Hughes, voce solista e basso (classe 1952, molte esperienze alle spalle, tra le quali un periodo con i Deep Purple negli anni '70), Derek Sherinian, tastiere (ex Dream Theater) e Jason Bonham, batterista come il compianto padre John (dei Led Zeppelin). I quattro sono già al secondo album, denominato... "2": questa "Man In The Middle" si colloca nell'alveo dell'hard rock più tradizionale.



Black Country Communion - "Man In The Middle", da "2" (2011)


Ma attenzione, Joe ha fatto una sterzata... controllata: in realtà, oggi continua ad alternare la strada vecchia - blues da solo - e quella nuova - hard rock in compagnia. Così sdoppiato, Bonamassa non s'annnoia.

sabato 5 novembre 2011

Quiz del rivoluzionario

 Al telefono con un faccendiere, un rivoluzionario dice:


Il faccendiere è Valter Lavitola (latitante, per ora).

Quiz: chi è il rivoluzionario (a piede libero, per ora)?

**********

(?)

(No, non è difficile...)

(Va be', semmai... sotto, tra le etichette...)

venerdì 4 novembre 2011

Grinta e tatuaggi

"What Ya Gonna Do" è uno dei loro pezzi più moderati: solitamente fanno del rock molto più duro. Eh sì, gli Hinder abbondano senz'altro in grinta. E... in tatuaggi, chiaramente.



Hinder - "What Ya Gonna Do", da "All American Nightmare" (2010, video 2011)

giovedì 3 novembre 2011

La città e i cani


Mario Vargas Llosa - La ciudad y los perros (1962-'63*) / La città e i cani

(*L'editore stampò le prime copie per un concorso, vinto, nel 1962; la pubblicazione ufficiale fu poi del 1963.)


La città è Lima, Perù, ma quella che domina la scena, al suo margine, è la cittadella militare costituita dal Collegio Leoncio Prado: un posto dove si insegna a “diventare uomini”, teoricamente attraverso “l’obbiedienza, il lavoro, il coraggio”, ma praticamente attraverso i soprusi, le punizioni, l’insabbiamento delle verità scomode.
Poi ci sono i cani: quelli veri, “fedeli più dei parenti” - come la cagna Malficata, ospite fissa del collegio -, e quelli “chiamati cani”, che sono le matricole, i deboli novizi sui quali viene scaricata ogni frustrazione.
Mario Vargas Llosa lo frequentò davvero, il Collegio Militare Leoncio Prado: “Fu come scoprire l’inferno”, disse. A 26 anni, in questa sua seconda prova letteraria, raccontò tutto in maniera impersonale, ma forte: quando uscì, il libro fu accusato di vilipendio delle istituzioni e bruciato in piazza dai militari peruviani. La critica lo esaltò, invece, come “prima opera universale della letteratura sudamericana”.
La costruzione del romanzo è complessa, con alternanza della narrazione in prima e terza persona e con bruschi salti temporali; la lettura è dunque faticosa, anche per via della prosa piuttosto antiquata (la traduzione è del 1967). Ma il romanzo, necessariamente contestualizzato, mantiene anche oggi una sua notevole rilevanza. 

(Agli amici... lo consiglio.) 

mercoledì 2 novembre 2011

Vai col blues!

Tab ci mette voce (notevole), chitarra (senti che assoli...) e creatività (il pezzo è suo),
gli altri due danno una mano (da buoni amici) e...
vai col blues!



Tab Benoit - "Shelter me" (live, 2010)

martedì 1 novembre 2011

Io ballo da solo

Teo Teocoli - Io ballo da solo (2010)


È un gran simpatico, Teo. E poi ha avuto delle frequentazioni incredibili, alla Forrest Gump, soprattutto negli anni '60/'70. E dunque è davvero piacevole sentirlo raccontare la sua vita, a episodi, dagli schermi televisivi: ma se togli il suo volto espressivo e la sua voce - quella naturale, o quella che fa la parodia di altre - la resa cala parecchio. Insomma, detta in altri termini, più chiari: il livello letterario - suo e dell'editor - qui è proprio bassino.

(Agli amici... lo sconsiglio.)

lunedì 31 ottobre 2011

Ricca di suggestioni

Londinese, padre italiano, la cantautrice e chitarrista Anna Calvi ha pubblicato quest'anno il suo primo album - titolo... "Anna Calvi", nulla di più -, molto raffinato e originale. Questa "No More Words", eseguita "live in Paris", è particolarmente ricca di suggestioni.



Anna Calvi - "No More Words" (2011, live)

sabato 29 ottobre 2011

Strucco e uscita di scena

Berlusconi si deve dimettere immediatamente.
L'Europa è nauseata da questo clownesco primo ministro.


Ecco, gli inglesi non apprezzano!
Lui si impegna tanto: le barzellette, i "cucù", le festicciole, il partito "Forza Gnocca",
ma non ridono, loro, hanno la nausea...


In effetti, è vero, c'è poco da ridere, di questi tempi (times):
urgono strucco e uscita di scena.

venerdì 28 ottobre 2011

Auguri, Hank Marvin!

Brian Robson Rankin, in arte Hank Marvin, compie oggi 70 anni! Tra pochi giorni, il 2 novembre, ne avrà 70 anche l'amico Bruce Welch (auguri pure a lui, fin d'ora). Chi sono? Come… chi sono? Il chitarrista solista e il chitarrista ritmico di “The Shadows”, no?
Va be’, un po’ di storia.

Newcastle, Inghilterra. Verso la metà degli anni ’50 i due amici, classe 1941, strimpellano le chitarre in un gruppo chiamato “The Railroaders”; nel 1958 si spostano a Londra e fondano con altri tre musicisti un nuovo gruppo, “The Five Chesternuts", che debutta con un 45 giri.
In quello stesso 1958 il cantante diciottenne Cliff Richard è impegnato in una serie di esibizioni con i suoi “The Drifters”; dopo un primo disco promettente, Richard e il suo manager decidono di elevare la qualità del gruppo avviando alcune sostituzioni tra i musicisti: contattano e ingaggiano l'emergente diciassettenne Hank Marvin, chitarra solista, e questi impone l'amico Bruce Welch, chitarra ritmica; si aggiunge a breve un nuovo bassista, il diciannovenne Jet Harris*, e con questi apporti “Cliff Richard & The Drifters” producono un secondo disco, ben accolto. All’inizio del 1959 le sostituzioni si completano con un nuovo batterista, il giovanissimo - non ancora sedicenne - Tony Meehan*.
Il nome “The Drifters” deve però essere cambiato, causa l’omonimia con un gruppo americano, e viene scelto il nome - proposto da Harris - “The Shadows”: perché i riflettori sono sempre decisamente puntati sul cantante, un Cliff Richard ormai lanciato, mentre i suoi musicisti se ne stanno dietro, come 'ombre'. Ma i quattro iniziano a dedicarsi, oltre che all'accompagnamento della voce solista, anche ad un nuovo genere esclusivamente strumentale, molto attento alla purezza dei suoni, che esplode nel 1960 con il brano “Apache” e che si impone nei primi anni '60, lasciando un'impronta fondamentale e indelebile: “The Shadows”, il più grande gruppo inglese dell'era pre-Beatles, sono nella storia della musica sia come prima formazione elettrica con “chitarra solista, chitarra ritmica, chitarra basso e batteria”, sia come gruppo fortemente innovatore del sound, per merito prevalente di Hank Marvin e della sua chitarra Fender, un Marvin padre riconosciuto di molti eredi, primi fra tutti Eric Clapton e Mark Knopfler.  

(*Tony Meehan, precocemente sostituito negli Shadows da Brian Bennett, è morto nel 2005; Jet Harris, pure sostituito poi da altri bassisti, è morto nel marzo di quest'anno.)


Il primo video, del 1961, è di qualità rara, per l'epoca, in quanto tratto da un film, "The Shadows": qui Marvin, Welch, Harris e Bennett suonano e 'interpretano' - con le loro caratteristiche movenze - "The Savage".



The Shadows - "The Savage" (1961)


"The Shadows" hanno fatto a distanza le loro belle reunion, da soli o con il 'sempre giovane' Cliff Richard. Nel secondo video, "Apache", la grande hit del 1960, è eseguita 'live' da  Marvin, Welch e Bennett, con Mark Griffiths al basso e Cliff Hall alle tastiere.



The Shadows - "Apache" (live, 2004)

giovedì 27 ottobre 2011

Carina e curata

La cantautrice neozelandese Brooke Fraser aveva inserito questa "Coachella" - canzone carina, molto curata - nell'album "Flags", del 2010. Di quest'anno sono il singolo e il video.



Brooke Fraser - "Coachella", da "Flags" (2010, video 2011)

mercoledì 26 ottobre 2011

Comunione tra le note

Si verificano di rado momenti in cui (...) capita ai musicisti di sfiorare insieme qualcosa di più dolce di quanto abbiano mai raggiunto in prova o in concerto, qualcosa che va al di là della collaborazione e della competenza tecnica, momenti in cui la loro espressione si fa sciolta e armoniosa come l'amicizia o l'amore. È quando ci regalano un assaggio di quello che potremmo essere, della parte migliore di noi stessi, e di un mondo impossibile nel quale diamo agli altri tutto ciò che abbiamo, senza perdere nulla a nostra volta. Esistono, nel mondo reale, progetti dettagliati, idee visionarie di reami della pace, di conflittualità risolte, felicità per tutti, sempre: miraggi per i quali la gente è disposta a morire e a uccidere. Il regno di Cristo sulla terra, il paradiso della classe operaia, lo stato islamico ideale. Ma solo nella musica, e solo in rare occasioni, il sipario si alza davvero su questo sogno di assoluta comunione il cui incantesimo ci illude prima di spegnersi nelle sue ultime note.

Da: Ian McEwan - Sabato (2005)
(Trad. Susanna Basso)


(Post n° 100 del Frabeblog: letteratura e musica, in bell'amalgama.)