mercoledì 27 luglio 2022

Moscoviade

 


Jurij Andruchovyč - Moscoviade (1993)


Juri Andruchovyč è uno scrittore ucraino e questo suo romanzo, “Moscoviade", è del 1993; protagonista di rocambolesche avventure è Otto von F., un poeta ucraino che vive a Mosca nell'ultima fase agonica dell'Unione Sovietica. Da questo buon romanzo, riporto alcuni passi che - soprattutto letti oggi, in tempo di aggressione bellica della Russia all'Ucraina - colpiscono molto. 

Pag. 51-52: Della Russia. "Questo paese ha la propensione a crescere verso occidente, ad assorbire piccole nazioni, le loro lingue, i loro costumi, la loro birra, riesce ad assorbire anche grandi nazioni, distruggendo le loro chiese e i loro caffè e, cosa più importante, i silenziosi e accoglienti bordelli che danno su stradine lastricate. (...) Per questo sono a favore della completa e definitiva separazione dell'Ucraina dalla Russia. Evviva l'intoccabile amicizia tra la nazione ucraina e quella russa! Credetemi, in queste due frasi non c'è nessuna contraddizione. Auguro alla nazione russa successo e fortuna. Per la birra vostra e nostra!" 
Pag. 63: Del personaggio Galja. "Una tipica moscovita, con il suo atteggiamento sprezzante verso gli Ucraini."
Pag. 75: Di Mosca. "L'alto avamposto dell'Oriente che difende dalle invasioni dell'Occidente. L'ultima città dell'Asia." 
Pag. 178: Dell'Ucraina. "Niente la difende dall'Oriente, neanche le montagne. Se a suo tempo Colui il Quale Distribuisce la Geografia si fosse rivolto a me per un consiglio, adesso tutto sarebbe diverso. Ma lui collocò il nostro paese proprio lì, dove Gli piaceva. Ringraziamo anche per ciò. E anche per averci fatto morbidi e goffi, pazienti e pigri, buoni, per averci fatto indifferenti, invidiosi e fiduciosi, furbi, paurosi e litigiosi, umili e amanti del canto. Poteva andare peggio. Le ragazze ce le ha date belle. Ma anche brutte. Ci ha dato poeti incomprensibili e sacerdoti balbuzienti. Ci ha dato un re lontano. Qualche volta sogniamo l'Europa. Di notte arriviamo alle rive del Danubio. Ci viene in mente qualcosa del genere: mari caldi, porte di marmo, pietre calde, rampicanti meridionali, torri solitarie. Ma non dura a lungo."

martedì 19 luglio 2022

Sole e calura

 

Un giorno come oggi è fatto per ballare sotto il sole

(sempre che si sappia resistere alla calura)



Thunder - Dancing In The Sunshine (in "Dopamine", 2022)

lunedì 4 luglio 2022

La Russia di Putin



Anna Politkovskaja - La Russia di Putin / Putin's Russia (2004)



Da questo libro (2004) di Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006:
Pag. 71: "L'uomo russo di oggi, l'uomo dell'era Putin, ha il cervello offuscato dalla propaganda e per buona parte è tornato a pensare bolscevico."
Pag. 144: "Viviamo in un paese tremendo (...) in cui l'impunità è divenuta legge."
Pag. 251-252: "Visto da fuori il nostro Paese pare immerso in un regime di ineccepibile democrazia. (...) La realtà, invece, è che i principi costituzionali e democratici vengono cinicamente violati senza conseguenze. L'illegalità è più forte della legge."
Pag. 258: "Putin ha scelto di fondare il proprio potere su piedi d'argilla, gli oligarchi, cassando dal suo schema la gente comune."
Pag. 308: "È stato con l'ascesa al trono di Vladimir Putin e il fragore delle bombe all'inizio della seconda guerra cecena che la Russia ha commesso il suo primo errore, tragico e immorale, da imputare alla sua patologica incapacità di riflettere. La Russia ha ignorato che cosa stava accadendo in Cecenia: bombardamenti su città e villaggi e non sugli accampamenti dei terroristi, centinaia di vittime innocenti. (...) L'opinione pubblica è rimasta in silenzio."
"Pag. 332: "La propaganda ufficiale è molto efficace, e la maggioranza crede con Putin che i ceceni siano responsabili come popolo dei crimini commessi da singoli loro connazionali. Idee rozze e primitive che trovano terreno fertile."
Pag. 339: "Putin è un tipico tenente colonnello del KGB sovietico con la forma mentis – angusta – e l'aspetto – scialbo – di chi non è riuscito a diventare colonnello".
Pag. 347: "Putin ha dimostrato più volte di non comprendere il concetto di dibattito. E tanto meno quello di "dibattito politico": chi sta sopra non discute con chi sta sotto, e se chi sta sotto si permette di farlo diventa un nemico. Se Putin si comporta in questo modo non lo fa perché è un tiranno e un despota congenito, ma perché così gli è stato insegnato. Queste sono le categorie che gli ha inculcato il KGB e che lui stesso ritiene ideali, come più volte ha dichiarato. Perciò, non appena qualcuno dissente, Putin si limita a chiedergli di "piantarla con gli isterismi". (...) La sua arte è quella del monologo."