venerdì 3 luglio 2015

Foe


J. M. Coetzee - Foe (1986)



J. M. Coetzee rievoca e omaggia qui Daniel Defoe (nato Foe), uno dei padri del romanzo moderno, partendo dal suo Robinson Crusoe e rielaborandone la storia, con ampliamento di personaggi e luoghi. Quella nuova, di Coetzee, è una storia più complessa, ricca anche di disquisizioni interessanti e affascinanti sulla parola, sulla scrittura, sull'immaginazione del narratore, capace spesso di liberarsi da un niente: “Seduti - dicono Coetzee e Foe all'unisono -, ce ne stiamo a guardare fuori dalla finestra; una nuvola a forma di cammello ci passa davanti, e, prima ancora di rendercene conto, ecco che la nostra fantasia ci ha rapiti e portati tra le sabbie dell'Africa e il nostro eroe (che altri non è se non noi stessi mascherati) combatte a colpi di scimitarra un Moro, un brigante. Passa un'altra nuvola, a forma di vascello, e in un battibaleno facciamo tristemente naufragio su un'isola deserta. Abbiamo ragione di credere - e qui ci associamo anche noi, senza essere scrittori - che la vita che ci è dato vivere proceda secondo un disegno più preciso di quanto non sia quello di queste bizzarre avventure?”. Foe è un piccolo romanzo, di un grande scrittore.

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