lunedì 4 luglio 2022

La Russia di Putin



Anna Politkovskaja - La Russia di Putin / Putin's Russia (2004)



Da questo libro (2004) di Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006:
Pag. 71: "L'uomo russo di oggi, l'uomo dell'era Putin, ha il cervello offuscato dalla propaganda e per buona parte è tornato a pensare bolscevico."
Pag. 144: "Viviamo in un paese tremendo (...) in cui l'impunità è divenuta legge."
Pag. 251-252: "Visto da fuori il nostro Paese pare immerso in un regime di ineccepibile democrazia. (...) La realtà, invece, è che i principi costituzionali e democratici vengono cinicamente violati senza conseguenze. L'illegalità è più forte della legge."
Pag. 258: "Putin ha scelto di fondare il proprio potere su piedi d'argilla, gli oligarchi, cassando dal suo schema la gente comune."
Pag. 308: "È stato con l'ascesa al trono di Vladimir Putin e il fragore delle bombe all'inizio della seconda guerra cecena che la Russia ha commesso il suo primo errore, tragico e immorale, da imputare alla sua patologica incapacità di riflettere. La Russia ha ignorato che cosa stava accadendo in Cecenia: bombardamenti su città e villaggi e non sugli accampamenti dei terroristi, centinaia di vittime innocenti. (...) L'opinione pubblica è rimasta in silenzio."
"Pag. 332: "La propaganda ufficiale è molto efficace, e la maggioranza crede con Putin che i ceceni siano responsabili come popolo dei crimini commessi da singoli loro connazionali. Idee rozze e primitive che trovano terreno fertile."
Pag. 339: "Putin è un tipico tenente colonnello del KGB sovietico con la forma mentis – angusta – e l'aspetto – scialbo – di chi non è riuscito a diventare colonnello".
Pag. 347: "Putin ha dimostrato più volte di non comprendere il concetto di dibattito. E tanto meno quello di "dibattito politico": chi sta sopra non discute con chi sta sotto, e se chi sta sotto si permette di farlo diventa un nemico. Se Putin si comporta in questo modo non lo fa perché è un tiranno e un despota congenito, ma perché così gli è stato insegnato. Queste sono le categorie che gli ha inculcato il KGB e che lui stesso ritiene ideali, come più volte ha dichiarato. Perciò, non appena qualcuno dissente, Putin si limita a chiedergli di "piantarla con gli isterismi". (...) La sua arte è quella del monologo."

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