L’uomo è un essere bipede e ingrato. (…) Cospargetelo di tutti i beni del mondo, sprofondatelo nella felicità finché non gli arrivi sopra la testa, così che non se ne veda più se non qualche bollicina sulla superficie della felicità, come fosse la superficie dell’acqua; dategli una tale tranquillità economica che non gli rimanga proprio nient’altro da fare se non dormire, mangiare pasticcini e adoperarsi perché la storia universale non finisca: bene, anche così l’uomo, da quel bel tipo che è, e unicamente per ingratitudine, unicamente per farvi una pasquinata, vi combinerà una qualche porcheria. Metterà a repentaglio persino i suoi pasticcini, e a bella posta desidererà le più rovinose sciocchezze, la più antieconomica delle assurdità, all’unico scopo di poter mescolare a tutta questa positiva ragionevolezza il proprio rovinoso elemento fantastico. (…) Gli uomini sono pur sempre uomini e non tasti di pianoforte sui quali stian suonando le leggi della natura…
Da: Fedor M. Dostoevskij - Memorie dal sottosuolo (1864)
(Trad. Igor Sibaldi)
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