mercoledì 16 aprile 2014

Tretrecinque


Ivano Fossati . "Tretrecinque" (2014)


“È meglio rimanere tenacemente attaccati ai propri sogni, ammesso che se ne abbiano, e cercare in ogni modo di realizzarli, come se si trattasse di un’ossessione, o lasciarsi portare dalla vita come da un fiume e reinventare se stessi tutte le volte che l’acqua ci deposita su una spiaggia sconosciuta? Per qualche ragione mi è sempre sembrata più interessante la seconda ipotesi. Ma coerentemente non l’avevo scelta, ci ero scivolato dentro.”
Vittorio Vicenti racconta la sua vita di chitarrista girovago, tutta libertà e sregolatezza, lui trasportato per il mondo dal fiume della musica e depositato qua o là, su spiagge sconosciute e precarie, con una sola compagna stabile, la chitarra prediletta Gibson ES 335.
Riporta fatti concreti, Vittorio Vicenti, dettagliati, e dà ben poco spazio alle riflessioni: è un passivo, come detto, un “superficiale” - per sua stessa ammissione -, quel che viene lo prende - e poi lo racconta - senza troppo ragionarci su. Così, però, anche tutto il suo mondo, potenzialmente attraente per il lettore, risulta superficiale: e così pure la sua storia, ridotta quasi a cronaca, a diario...
La partenza dell’Ivano Fossati scrittore, segnata da quest’aria - voluta o meno che sia - di superficialità diffusa, è un po’ così, interlocutoria: senza troppa infamia, senza troppa lode.

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