Il nostro errore fatale è di cercare dei paradisi senza fine. Piaceri che non si consumino, attaccamenti tenaci, carezze vitali come liane: la pianta muore ma i suoi intrecci si mantengono sempre verdi. Questa ossessione della durata ci fa perdere una quantità di paradisi fugaci, i soli a cui possiamo avvicinarci durante il nostro fulmineo tragitto di mortali. La loro presenza abbagliante si manifesta in luoghi spesso così modesti ed effimeri da indurci a passare oltre. Preferiamo costruire i nostri sogni con i blocchi granitici dei decenni. Ci crediamo destinati a una longevità di statue.
Andreï Makine
Da: Il libro dei brevi amori eterni (2011), trad. Camilla Testi.
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