giovedì 23 maggio 2013

Meriggiare pallido e assorto

         
          Meriggiare pallido e assorto
          presso un rovente muro d'orto,
          ascoltare tra i pruni e gli sterpi
          schiocchi di merli, frusci di serpi.

          Nelle crepe del suolo o su la veccia
          spiar le file di rosse formiche
          ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
          a sommo di minuscole biche.

          Osservare tra frondi il palpitare
          lontano di scaglie di mare
          mentre si levano tremuli scricchi
          di cicale dai calvi picchi.

          E andando nel sole che abbaglia
          sentire con triste meraviglia
          com'è tutta la vita e il suo travaglio
          in questo seguitare una muraglia
          che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


          Eugenio Montale - Da "Ossi di seppia" (1925)

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