Don DeLillo - White Noise (1985) / Rumore bianco
In questo romanzo, DeLillo parla di “brutture” varie: dell’inquinamento elettromagnetico cui siamo sottoposti, dell’effetto ottenebrante indotto dal flusso continuo di dati che ci investe, dell’alienazione che ne deriva; e soprattutto della paura della morte, che è di sempre, ma che paradossalmente cresce con l’aumento delle conoscenze: la morte diventa sempre più grande, “in prestigio e dimensione”, e sempre più si gonfia la nostra paura. Per cui massicciamente e vilmente “ricorriamo alla rimozione, al compromesso, al camuffamento, è così che sopravviviamo nell’universo, è questo il linguaggio naturale della specie”: ma sta di fatto che la morte aleggia intorno, è parte del rumore bianco che ci avvolge…
Ecco, DeLillo parla principalmente di questi temi, di queste “brutture”: e però lo fa mescolando all’amarezza l’ironia, rendendo “Rumore bianco” un romanzo profondo e al tempo stesso addirittura comico. Narrazione avvincente, con finale a sorpresa: una lettura davvero appagante.
(Agli amici... lo consiglio.)
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