Ci sono due tipi di compassione. L’una, quella debole e sentimentale, che a ben guardare è soltanto impazienza del cuore, vuole solo sbarazzarsi il più in fretta possibile della penosa commozione prodotta dall’altrui infelicità; è una compassione che non è affatto con-passione, ma solo un’istintiva reazione di difesa del proprio animo di fronte alla sofferenza del prossimo. E poi c’è l’altra, l’unica che conti: la compassione non sentimentale, ma fattiva, quella che sa ciò che vuole, quella decisa a sopportare tutto con pazienza e comprensione, fino allo stremo delle proprie forze e anche oltre. Solo se si è capaci di andare fino in fondo, fino all’estremo, amaro fondo, si può aiutare il prossimo. E solo se, nel farlo, si è disposti a sacrificare anche se stessi: soltanto allora!
Da: Stefan Zweig - L'impazienza del cuore (1939)
(Trad. Umberto Gandini)
(Trad. Umberto Gandini)
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