“Sopra eroi e tombe” è un romanzo grandioso. Non so parlarne, se provassi a raccontarlo certamente lo sminuirei. Posso usare soltanto una generica, classica metafora: è un lungo viaggio, dentro una città (Buenos Aires) e nel mondo, tra persone con un nome (Alejandra, Martín, Fernando, Bruno…) e l’umanità intera. Un “romanzo totale”. "Il più grande romanzo sudamericano, uno dei grandi libri del novecento", ha detto Claudio Magris. Un capolavoro, insomma. Imperfetto, naturalmente, in quanto umano: “Gli uomini scrivono finzioni,” ha detto Sábato, e, completando il pensiero sulle diverse sfere di competenza, “Dio non scrive romanzi”.
(Agli amici... lo consiglio.)
P.S.: Ernesto Sábato, argentino di origini calabresi, è morto il 30 aprile 2011, alle soglie dei 100 anni.
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P.S.: Ernesto Sábato, argentino di origini calabresi, è morto il 30 aprile 2011, alle soglie dei 100 anni.
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