John Irving - In una sola persona / In One Person (2012)
«E così, in una sola persona, faccio la parte di molte, e nessuna di esse è soddisfatta.» - William Shakespeare, Riccardo II. Questo l’esergo.
William, detto Bill o Billy, è pure il nome del narratore, un ragazzo dall’incerta identità sessuale e poi un uomo che afferma con forza la propria bisessualità all'interno di una famiglia e di una società decisamente poco propense ad accettare tali atteggiamenti “fuori norma”. La storia è in primo luogo personale, ma per gran parte anche collettiva: racconta “tutti” i diversi per orientamento sessuale, la loro discriminazione e, a partire dai più intolleranti anni ’50 - ’60, in qualche modo l’evolversi, comunque lento e insufficiente, della loro accettazione-integrazione; e racconta anche, perché strettamente connessa, la tragedia immane dell’AIDS, lo scoppio negli anni ’80 e la sua la diffusione (“Allo scoccare del ’95, solo a New York erano morti di AIDS più americani di quanti ne fossero caduti in Vietnam”).
Tematica importante, dunque, affrontata di petto, e implicazioni rilevanti sul piano personale e collettivo: Irving propone il tutto efficacemente, con una narrazione avvincente, impreziosita da frequenti riferimenti letterari - con Shakespeare pressoché onnipresente e Flaubert spesso occhieggiante. Un grande romanzo, “In una sola persona”: un po’ prolisso, forse, ma grande.
William, detto Bill o Billy, è pure il nome del narratore, un ragazzo dall’incerta identità sessuale e poi un uomo che afferma con forza la propria bisessualità all'interno di una famiglia e di una società decisamente poco propense ad accettare tali atteggiamenti “fuori norma”. La storia è in primo luogo personale, ma per gran parte anche collettiva: racconta “tutti” i diversi per orientamento sessuale, la loro discriminazione e, a partire dai più intolleranti anni ’50 - ’60, in qualche modo l’evolversi, comunque lento e insufficiente, della loro accettazione-integrazione; e racconta anche, perché strettamente connessa, la tragedia immane dell’AIDS, lo scoppio negli anni ’80 e la sua la diffusione (“Allo scoccare del ’95, solo a New York erano morti di AIDS più americani di quanti ne fossero caduti in Vietnam”).
Tematica importante, dunque, affrontata di petto, e implicazioni rilevanti sul piano personale e collettivo: Irving propone il tutto efficacemente, con una narrazione avvincente, impreziosita da frequenti riferimenti letterari - con Shakespeare pressoché onnipresente e Flaubert spesso occhieggiante. Un grande romanzo, “In una sola persona”: un po’ prolisso, forse, ma grande.
(Agli amici... lo consiglio.)
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