Ian McEwan- Macchine come me / Machines Like Me (2019)
Ennesima ottima prova di Ian McEwan, un altro da Nobel, che non avrà e fa lo stesso.
1982: Charlie Friend si compra Adam, uno dei venticinque esemplari di androide appena messi in commercio, potenziale “sparring partner intellettuale, amico e factotum in grado di lavare i piatti, fare i letti e «pensare»”. Allora gli umani, come è noto, erano “moralmente difettosi: incoerenti, labili a livello emotivo, inclini al preconcetto, all'errore di valutazione, spesso solo per ragioni di egoismo” e c'era dunque la speranza che “un robot dall'intelligenza artificiale complessa, guidata da principî accuratamente studiati, che avrebbe imparato vagando tra migliaia, milioni di dilemmi etici, avrebbe saputo insegnarci come essere, come essere buoni”. Ma questo Adam, concepito alla grande in laboratorio, come avrebbe reagito di fronte alle umane contraddizioni? “Noi ci siamo abituati, e il solo elenco ci sfinisce. Milioni di individui che vivono nella povertà quando ci sarebbe il necessario per tutti. Danneggiamo la biosfera quando sappiamo che è l'unica nostra casa. Ci minacciamo reciprocamente con le armi nucleari pur sapendo a cosa potrebbero portarci. Amiamo gli esseri viventi ma permettiamo l'estinzione in massa di intere specie. E poi tutto il resto: genocidi, torture, schiavitù, violenze domestiche, abusi sui minori, sparatorie nelle scuole, stupri e altre decine di orrori quotidiani. Viviamo circondati da questi tormenti e non siamo neppure stupiti di riuscire comunque a rimediare un po' di felicità, e addirittura amore. La mente artificiale non ha le stesse difese.” In quel 1982, poteva mai cambiarci un Adam? E oggi, nell'ultima versione migliorata, che potrebbe fare per noi? E, domani... cambierà mai l'Uomo?