Daniele Mencarelli - Tutto chiede salvezza (2020)
Daniele Mencarelli racconta il suo TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a vent'anni, sette giorni di degenza coatta in reparto psichiatrico, con cinque compagni di stanza... e d'avventura; un'esperienza forte, dai risvolti anche positivi: “I cinque pazzi con cui ho condiviso la stanza e una settimana della mia vita sono la cosa più simile all'amicizia che abbia mai incontrato, di più, sono fratelli offerti dalla vita, trovati sulla stessa barca, in mezzo alla medesima tempesta, tra pazzia e qualche altra cosa che un giorno saprò nominare.” Sicuramente un passo importante verso la salvezza.
A volte cadere è la sensazione più dolce
quindi mi lavo le mani nell'acqua santa
devo ricominciare, ricominciare...
JP Cooper - Holy Water (live, 2021)
Jessica Bruder - Nomadland (2017)
USA, un fenomeno in crescita. “Ambulanti, vagabondi, lavoratori stagionali e anime inquiete ci sono sempre stati. Ma adesso, nel secondo millennio, un nuovo tipo di tribù sta emergendo. Persone che non avevano mai immaginato di diventare nomadi si mettono in viaggio. Abbandonano case e appartamenti tradizionali per vivere in quelli che chiamano “immobili su ruote” – furgoni, camper di seconda mano, scuolabus, pick-up camperizzati, roulotte da viaggio, e semplici vecchie sedan.” Sono chiamati “vandweller”, termine che viene dall'unione di van (furgone, camper) e dweller (abitante, residente). La scelta di vivere così, nomadi, dipende perlopiù da difficoltà economiche, ma spesso si associa la protesta “nei confronti di un ordine sociale fallito e corruttore”. La giornalista Jessica Bruder, dopo essere vissuta per qualche anno a stretto contatto con questa realtà, ne racconta qui molto bene i protagonisti e il loro territorio: Nomadland.
Layla Zoe, canadese, al quindicesimo album... grintosa
Layla Zoe - Nowhere Left To Go (dall'album omonimo, 2021)
Teresa Ciabatti - Sembrava bellezza (2021)
Quattro anni dopo “La più amata”, Teresa Ciabatti parla ancora di sé, magari mentendo un po' (la chiamano autofiction) ma in ogni caso confermandosi “donna incompiuta”, “irragionevole, assente, collerica, tendente alla depressione, aggressiva, anaffettiva, sadica”, insomma, diciamolo, una brutta persona... Molto esibita, peraltro: Teresa Ciabatti qui parla - anche - di bellezza... ma soprattutto di sé, ancora di sé, stancando, infastidendo.
