Laura Pariani - La valle delle donne lupo (2011)
“La lingua di una femmina deve stare al sò posto, sostiene la tradizione della valle.” Fenìsia non è per niente d’accordo. Pensa: “Quand’una nasce, la famiglia è già pronta con uno stampino, come quello delle torte. Ma evidentemente qualche bambina ha una forma che non si adatta allo stampo.” Ecco, lei - come sua cugina Grisa, peraltro - è così: non si adatta, va controcorrente. Replica, combatte. Poi... finisce per starsene lassù, fuori dal mondo, nella vecchia casa accanto al cimitero, “tutta soligna”. Per la gente della valle è la “strìa”, o la “lupa”. Ma “strìa” non si addice a Fenìsia: “lupa” sì.
“Dicono che le donne somigliano alle bestie più dei maschi. C’è chi le paragona all’ape lavoratrice nel suo andirivieni, alla formichina che tiene tutto da conto, alla cicala sfaticata che canta all’estate, alla mula che riceve bastonate sul groppone. Lei pensa che se c’è un paragone che si può fare, esistono solo due tipi di donne: quella che somiglia alla pecora smarrita nel fosso, folle di paura. O l’altra ch’è più vicina alla lupa (…), che affronta a viso aperto il grave del mondo.”
Fenìsia è una donna lupo.
(Agli amici... lo consiglio.)