Fleur Yaeggy - I beati anni del castigo (1989)
Fleur Jaeggy rievoca intensamente gli anni dell’infanzia e 
dell’adolescenza trascorsi in rinomati collegi svizzeri, tra atmosfere 
cupe, persone fredde, ritualità stanche e pensieri foschi: con la 
distorsione aggiuntiva - confessa la Jaeggy - del sottile “piacere 
dell’andare in fondo alla tristezza”, perché  - precisa - “vi è come 
un’esaltazione, leggera ma costante, negli anni del castigo, nei beati 
anni del castigo”. Una strana esaltazione, insinuata subdolamente tra la
 tristezza e l’attesa dell’avverarsi di un sogno fatto troppe volte, ad 
occhi chiusi e aperti: un sogno - ricorda - nel quale “il futuro erano i
 cancelli che si aprivano e i muri che diventavano tappeti”.
(Agli amici... lo consiglio.)
(Agli amici... lo consiglio.)

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