Jón Kalman Stefánsson - Luce d'estate ed è subito notte / Sumarljós og svo kemur nóttin (2005)
Questo è un libro di piccole storie intrecciate, ambientate in un paesino islandese: piccole se guardate da lontano, ma grandi per coloro che le vivono, queste storie, e per chi, da dentro, con delicata attenzione le racconta. Leggendo, ho ricordato “Winesburg, Ohio” (“I racconti dell’Ohio”), di Sherwood Anderson (1919): “un romanzo - così lo descrive Amos Oz, in “Una storia di amore e di tenebra” - che è una sequela di racconti ed episodi scaturiti l’uno dall’altro, legati tra loro principalmente dal fatto di svolgersi in una cittadina di provincia sperduta e dimenticata da Dio”, che hanno per protagonisti “personaggi piccini” (… in apparenza); e Oz conclude d’aver avuto proprio da Anderson la “rivoluzionaria” lezione, in quanto scrittore, che “il mondo gira sempre intorno alla mano di chi scrive” e, in quanto uomo, che “dove sei tu, quello è il centro dell’universo”. Ecco, Jón Kalman Stefánsson sta in questa linea. “Luce d’estate ed è subito notte” è un bel libro, volutamente lento - forse fin troppo, il che rischia a tratti d’annoiare un po’ -, con venature filosofiche e poetiche: e con tonalità calde, a dispetto del grande freddo islandese.