martedì 1 luglio 2014

Tempo d'estate


J. M. Coetzee - Tempo d'estate /Summertime (2009)



John Coetzee - proprio lui, quello che firmava i libri “J. M. Coetzee” - è morto. Un biografo ha raccolto del materiale su di lui - sul suo lato umano più che su quello professionale -, relativo soprattutto agli anni ’70: alcuni suoi appunti sparsi e delle interviste fatte dallo stesso biografo a persone che gli furono vicine in quel periodo. Il tutto compone “Tempo d’estate”, terzo tassello - dopo “Infanzia” e “Gioventù”, sempre con sottotitolo “Scene di vita di provincia” - della vita di Coetzee. Ne esce fuori un ritratto piuttosto impietoso: il soggetto era introverso, insicuro, con retaggi educativi famigliari ed istituzionali dissonanti, perennemente turbato dalla consapevolezza d’essere erede e compartecipe del crimine del colonialismo, perpetuato dall’apartheid. Un bel libro, questo “Tempo d'estate”, scritto molto bene. Firmato… J. M. Coetzee!(?) Libro… veritiero? Qualche dubbio è lecito. Intanto perché vi si legge: “Di quello che scrive Coetzee non ci si può fidare, non come testimonianze fattuali. Non perché fosse un bugiardo, ma perché era un romanziere.” E poi soprattutto perché, con riferimento sia agli scritti di Coetzee sia alle testimonianze su di lui, vi si legge pure: “E se tutti fossimo inventori di storie? E se tutti noi inventassimo continuamente le storie delle nostre vite?”

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