Emmanuel Carrère - Vite che non sono la mia / D'autres vies que la mienne (2009)
Il dolore vero, straziante, per la morte improvvisa di una bambina e per quella annunciata di una giovane donna, vicinissime entrambe all’autore: credevo (errore grossolano) che fosse un romanzo, questo “Vite che non sono la mia”, e mi sono trovato a leggere un reportage, durissimo perché attiene alla realtà peggiore e la descrive nei dettagli. Carrère dice (lo sapevo, lo sappiamo tutti, ma “repetita iuvant”) che il dolore più grande abita vicino: oggi ci sfiora, è nelle vite degli altri (siamo salvi), ma è stato ieri o sarà domani nella nostra, da gestire, lenire, superare in qualche modo… ché poi, rimaneggiata, la vita continua, deve continuare. Una lettura sofferta, dunque, che pure, dopo lo sconcerto iniziale e la noiosità di certe pagine dense di annotazioni tecnico-giuridiche - legate al lavoro di quella giovane donna -, ho complessivamente apprezzato.