Nicola Lagioia - La ferocia (2014)
Solo brevi note, questa volta, sulla forma - che però in narrativa è parte della sostanza...
La scrittura di Lagioia oscilla spesso tra l’intenso che meraviglia e l’eccessivo che disturba. Qui, poi, la scelta di salti temporo-spaziali frenetici, con paragrafi che sembrano a tratti disposti in successione random, complica molto - troppo - la lettura: d’accordo, nel romanzo c’è la componente giallo-noir che prevede l’impegno del dipanamento, ma la matassa è ingarbugliata ben al di là di ogni necessità narrativa, per una scelta - appunto - esagerata e fastidiosa. Il bandolo alla fine si ritrova, chiaramente, ma è una magra consolazione dopo tanta fatica. E resta la delusione: per un Lagioia che continua a far intravedere il talento potenziale, ma a difettare in misura.
La scrittura di Lagioia oscilla spesso tra l’intenso che meraviglia e l’eccessivo che disturba. Qui, poi, la scelta di salti temporo-spaziali frenetici, con paragrafi che sembrano a tratti disposti in successione random, complica molto - troppo - la lettura: d’accordo, nel romanzo c’è la componente giallo-noir che prevede l’impegno del dipanamento, ma la matassa è ingarbugliata ben al di là di ogni necessità narrativa, per una scelta - appunto - esagerata e fastidiosa. Il bandolo alla fine si ritrova, chiaramente, ma è una magra consolazione dopo tanta fatica. E resta la delusione: per un Lagioia che continua a far intravedere il talento potenziale, ma a difettare in misura.