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giovedì 25 marzo 2021

La città dei vivi

 


Nicola Lagioia - La città dei vivi (2020)

Seconda di copertina, avvio di presentazione: “Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia di nome Manuel Foffo e Marco Prato seviziano per ore un ragazzo più giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile. È un gesto inspiegabile, inimmaginabile anche per loro pochi giorni prima." 

Nicola Lagioia narra, investiga, scandaglia: personalità dei soggetti, tendenze sessuali, uso e abuso di alcol e droga, contesti famigliari, ambiente; molte domande e risposte chiaramente insoddisfacenti: l'omicidio era e resta inspiegabile. Si legge con un certo interesse, ma anche con crescente perplessità: l'investigazione di Lagioia pare fin troppo ostinata, e romanzata poi puntigliosamente, ma con scarse tracce del pathos che caratterizza grandi narrazioni di riferimento per il genere quali “A sangue freddo” di Capote o “L'avversario” di Carrère.

giovedì 29 gennaio 2015

La ferocia


Nicola Lagioia - La ferocia (2014)


Solo brevi note, questa volta, sulla forma - che però in narrativa è parte della sostanza...
La scrittura di Lagioia oscilla spesso tra l’intenso che meraviglia e l’eccessivo che disturba. Qui, poi, la scelta di salti temporo-spaziali frenetici, con paragrafi che sembrano a tratti disposti in successione random, complica molto - troppo - la lettura: d’accordo, nel romanzo c’è la componente giallo-noir che prevede l’impegno del dipanamento, ma la matassa è ingarbugliata ben al di là di ogni necessità narrativa, per una scelta - appunto - esagerata e fastidiosa. Il bandolo alla fine si ritrova, chiaramente, ma è una magra consolazione dopo tanta fatica. E resta la delusione: per un Lagioia che continua a far intravedere il talento potenziale, ma a difettare in misura.