La vita nel lager, accanto alla morte. Le cicatrici di chi è sopravvissuto. Per Leopold Auberg, l'io narrante del romanzo, anche il solo ricordo toglie il fiato: “L'altalena del respiro incalza, non posso fare a meno di ansimare”. Un libro duro, gelido: doppiamente, per i contenuti e per la forma narrativa.
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