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lunedì 9 febbraio 2015

Presagio


Andrea Molesini - Presagio (2014)



Offre qua e là passaggi delicati, quasi poetici, ma la storia, lontana nel tempo e nella concezione, e pure certe scelte narrative discutibili e disturbanti - come i troppi transitivi forzati: "ridere un riso, gridare un grido..." - coinvolgono poco e poco convincono. Dal Molesini di "Non tutti i bastardi sono di Vienna" si vorrebbe senz'altro di più.

martedì 3 settembre 2013

La primavera del lupo


Andrea Molesini - La primavera del lupo (2013)



Forte dell’esperienza nel campo della narrativa per ragazzi, in questo secondo romanzo - dopo l’apprezzato “Non tutti i bastardi sono di Vienna” - Molesini utilizza un narrante bambino per raccontare una storia che ha svolgimento - ancora - in tempo di guerra, questa volta sul finire del secondo - anziché del primo - conflitto mondiale.
L’esperienza è senz’altro importante… ma sta di fatto che questo bambino racconta in modo spesso poco credibile, per eccesso di inventiva linguistica, con passaggi repentini dal banale al poetico: qui, in ogni caso, si concentra l’attenzione del lettore, mentre tutto il resto passa in secondo piano. Nel suo percorso, pur intricato, la storia perde rilievo, sempre di più: e, ormai scemata la tensione, nemmeno il fatto che si concluda in luoghi ben noti del mio Trentino m'ha rianimato a dovere.

martedì 20 agosto 2013

Non tutti i bastardi sono di Vienna


Andrea Molesini - Non tutti i bastardi sono di Vienna (2010)



L'autore, classe 1954, ha vinto con questo suo primo romanzo il Premio Campiello 2011... e la domanda sorge spontanea: “Ma che ha fatto, Andrea Molesini, prima?” Risposta: “Il docente universitario di Letteratura a Padova, il traduttore, il poeta, il saggista e… lo scrittore di narrativa... per ragazzi”. Bene. Anzi, no, peccato: perché, con quest'esordio tardivo nella grande narrativa, Molesini dà l'idea di essersi nascosto, negato... Poi, eccolo qua, scrittore solido, che si presenta con un'opera prima davvero notevole...
La storia, “ispirata da alcuni fatti realmente accaduti”, si colloca nel Veneto occupato dalle truppe dell’esercito austro-ungarico in una fase cruciale della guerra '15-'18 che prelude alla sua conclusione; è storia di resistenza all’invasore, di violenza di masse d’uomini in armi e di singoli, di coraggio e paura, di fame e, come in ogni tempo e luogo, anche d’amore. La scrittura è gradevolmente ricercata, con uso prudente di espressioni dialettali. L’insieme di stile e pathos conquista e tiene sempre ben avvinto il lettore, fino alla sorprendente piega degli eventi narrata nelle ultime pagine. Per Molesini - ribadisco - buona la prima!

(Agli amici... lo consiglio.)