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martedì 3 gennaio 2012

Perle in... "Creazione senza Dio"

Cerco perle: nei libri. Da serbare, e farne tesoro.
In "Creazione senza Dio", di Telmo Pievani, ho trovato queste:

  • La scienza è sapere fallibile provvisorio.

  • Tutti diffidiamo un po’ della scienza (tranne quando un’ambulanza ci sta portando al pronto soccorso).

  • Tutti siamo naturalisti metodologici nella vita quotidiana: se la nostra automobile va in panne ci affidiamo a un meccanico e se il meccanico non trova il difetto non ne attribuiamo comunque la causa (a parte eventuali imprecazioni) a un’intelligenza superiore. Semmai cambiamo officina.

  • L’alternativa secca (prima di Darwin, ndr) era fra disegno o caso. Da Darwin in poi non è più così: c’è una terza possibilità. L’esplorazione casuale di possibilità potenzialmente utili, che chiamiamo variazione, è integrata da un processo di selezione adattativa, che non è per nulla casuale e che aumenta considerevolmente le possibilità di aggregare strutture funzionali.

  • Da Darwin in poi non è più necessario ricorrere ad alcuna trascendenza per spiegare la natura umana. Questo non significa che sia dimostrata una volta per tutte l’impossibilità di qualsiasi trascendenza, ma Darwin ci offre l’opportunità di farne a meno e in questo modo fa rientrare pienamente e irreversibilmente la storia naturale della nostra specie nell’alveo della spiegazione scientifica.

  • Siamo isole temporanee di ordine, in evoluzione.
"Creazione senza Dio" (2006), di Telmo Pievani

martedì 26 luglio 2011

Creazione senza Dio



Telmo Pievani - Creazione senza Dio (2006)


"Da dove veniamo?", "Chi siamo?"... e magari: "Dove stiamo andando?"
Le solite domande, ardue, che l'uomo fa pensando a sé, prima di tutto, e poi a quel che lo circonda...
Nel campo in cui vige la razionalità, qualche risposta attendibile viene dalla scienza: in particolare, la teoria darwiniana dell'evoluzione, costantemente arricchita da nuove conoscenze, è sempre più convincente (con buona pace dei "detrattori per partito preso"). Non è in grado di spiegare tutto, sia chiaro, esattamente come ogni branca della scienza: che è sempre, dichiaratamente, "sapere fallibile provvisorio", con limiti precisi che vanno riconosciuti, nell'attesa che un giorno possano forse essere spostati in avanti, o superati. Sta di fatto che l'acquisizione scientifica (validata) deve essere accettata, fino all'eventuale prova scientifica contraria (invalidante).
Ciò che resta d'ignoto - un buco qua, un... cratere là - viene colmato troppo spesso da argomentazioni pseudoscientifiche, ovvero, su tutt'altro piano, da atti di fede che consentono di avere risposte ad ogni quesito: risposte pronte, facili - dunque attraenti - e... dogmatiche, soprattutto.
Ma si sappia - chiarisce bene Pievani - che "da Darwin in poi non è più necessario ricorrere ad alcuna trascendenza per spiegare la natura umana. Questo non significa che sia dimostrata una volta per tutte l’impossibilità di qualsiasi trascendenza, ma Darwin ci offre l’opportunità di farne a meno e in questo modo fa rientrare pienamente e irreversibilmente la storia naturale della nostra specie nell’alveo della spiegazione scientifica."

(Agli amici... lo consiglio.)