Erri De Luca - I pesci non chiudono gli occhi (2011)
Erri De Luca rivisita i suoi dieci anni, quelli di un’estate di “metà secolo fa”: ricorda l’impaccio del corpo bambino, dentro il quale pensieri ed emozioni si facevano importanti, da giovane uomo; e la vita che da fuori premeva, chiamando in gran fretta alla maturità; e il confronto con gli altri, per solito competitivo, ma anche la scoperta, un giorno, che tra questi stava una persona del tutto diversa, più bella e più dolce, che induceva un'emozione nuova.
De Luca racconta i dieci anni e a tratti si spinge anche un poco più in là, nel suo futuro in gran parte segnato: ché chi è nato a Napoli, dice, ha comunque un destino già “in dote, metà zavorra e metà salvacondotto”; narra, De Luca, con frasi brevi e pregnanti, come piccoli grumi: forse eccede talvolta nelle coloriture, ma è capace di cogliere sempre l’essenza delle cose, spogliata con accuratezza del superfluo ed esaltata quindi massimamente.
De Luca racconta i dieci anni e a tratti si spinge anche un poco più in là, nel suo futuro in gran parte segnato: ché chi è nato a Napoli, dice, ha comunque un destino già “in dote, metà zavorra e metà salvacondotto”; narra, De Luca, con frasi brevi e pregnanti, come piccoli grumi: forse eccede talvolta nelle coloriture, ma è capace di cogliere sempre l’essenza delle cose, spogliata con accuratezza del superfluo ed esaltata quindi massimamente.
(Agli amici... lo consiglio.)
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