giovedì 1 dicembre 2011

Perle in... "Tropico del Capricorno"

Cerco perle: nei libri. Da serbare, e farne tesoro.
In "Tropico del Capricorno", di Henry Miller, ho trovato queste:

  • C’è solo una grande avventura, ed è al di dentro, verso l’io.
  • La più meravigliosa occasione che la vita offre è d’essere umano. Comprende tutto l’universo. Comprende la conoscenza della morte, che non tocca nemmeno a Dio. 
  • Tutto sta in un certo modo in un certo posto, come la nostra mente sta in rapporto con Dio. Il mondo, nella sua sostanza visibile, tangibile, è una carta del nostro amore. Non Dio, ma la vita è amore. Amore, amore, amore.
  • Quando ridi fino a che ti vengono le lacrime e la pancia ti fa male, allora veramente apri il lucernario e dai vento al cervello. Nessuno può convincerti in quel momento a prendere il fucile e uccidere il tuo nemico; né alcuno può convincerti ad aprire un grosso tomo che contiene le verità metafisiche del mondo e a leggerlo. Se sai cosa significa libertà, libertà assoluta e non relativa, allora devi riconoscere che questo è il massimo a cui tu possa giungere. Se sono contro la condizione del mondo non è perché io sia un moralista, è perché voglio ridere di più. Non dico che Dio sia una grande risata: dico che bisogna ridere forte per avvicinarsi a Dio. Lo scopo grande della mia vita è avvicinarmi a Dio, cioè avvicinarmi a me medesimo.
  • La musica è l’apriscatole dell’anima. Ti dà una tremenda tranquillità interiore, ti dà la consapevolezza che c’è un tetto sul tuo essere.
  • Irradiare bontà è meraviglioso, perché è tonico, perché dà vigore e vita. Ma ancor più meraviglioso è semplicemente essere, perché è interminabile e non richiede dimostrazioni. Essere è musica, cioè profanazione del silenzio nell'interesse del silenzio, e perciò al di là del bene e del male. La musica è manifestazione dell'azione senza attività. È il puro atto creativo che nuota sul suo stesso seno. La musica né stimola né difende, né cerca né spiega. La musica è suono senza rumore fatto dal nuotare dell’oceano della coscienza. È un compenso che possiamo darci solo da noi. È il dono del dio che ciascuno è perché ha cessato di pensare a Dio. È prefigurazione del dio che ciascuno diventerà a suo tempo quando tutto ciò che è sarà oltre la fantasia.


"Tropico del Capricorno" (1939), di Henry Miller (1891-1980), trad. Luciano Bianciardi

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