martedì 13 dicembre 2011

La vita accanto


Mariapia Veladiano - La vita accanto (2011)



Rebecca nasce brutta, molto brutta, e già per questo avrà una vita dura, complicata poi ulteriormente da genitori incapaci d’amarla e da compagni cattivi. In suo parziale aiuto qualche figura positiva - piuttosto sfuggente, in verità -, e poi la musica: Rebecca diventerà una brava pianista.
Il romanzo, dunque, tocca temi quali il ruolo dell’aspetto fisico, l’effetto della carenza d’amore e dell’esclusione, la responsabilità dell’evento negativo (naturale/soprannaturale), il dono e la coltivazione del talento, la gratificazione dell’arte e del lavoro… La scrittura della Veladiano è curata e scorrevole, ma la tensione indotta nel lettore - basata sull’empatia con la protagonista e sull’attesa di eventuale riscatto -, buona inizialmente, scende ben presto, nonostante le potenziali sorprese collocate lungo il percorso: che sono poi sventure, perlopiù, eccessive per quantità e qualità. E così si finisce male, tra scoramento e noia.

(Agli amici... lo sconsiglio.)

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