Giovanna Zangrandi - Silenzio sotto l'erba (1960, pubbl. 2010)
Finito nel 1960, il romanzo è stato pubblicato postumo cinquant’anni dopo, nel 2010: a suo tempo, era stata l’autrice a ritirare il manoscritto nell’imminenza della sua uscita presso la Casa editrice Mondadori, che già aveva dato alle stampe i suoi primi romanzi. Leggo nella prefazione che Alma Bevilacqua - che firmava con lo pseudonimo Giovanna Zangrandi - era a una svolta con quest’opera; aveva lavorato di immaginazione in precedenza, mentre qui poggiava la narrazione sulle esperienze personali, molto forti, vissute durante la resistenza partigiana: una scelta nel percorso di scrittrice della quale non era forse convinta... Sta di fatto che così, per una decisione oggettivamente incomprensibile, è venuto a mancare per tanto tempo nel panorama letterario italiano un libro veramente molto bello, intenso e importante, un tassello prezioso nella narrativa sulla resistenza, in primis, ma anche un grande romanzo di formazione, poiché esso segue passo passo il protagonista Guido Brusaz - detto poi Caino da partigiano - nel suo articolato processo di crescita e maturazione, fino alla fase dell’impegno civile. Il titolo “Silenzio sotto l’erba” (in origine “Bunker sotto l’erba”) viene dal nascondiglio nel quale Guido si rifugia e dove trascorre il tempo rievocando il passato e sognando un futuro migliore; tra i suoi pensieri più toccanti, quelli per le donne della sua giovane vita: la madre e la donna straniera con cui ebbe un amore fugace, scomparse da tempo ma comunque presenti, e le donne che vivono lì fuori dal bunker, compagne impegnate a lottare con grande coraggio per la libertà e per la pace: tra loro, forse, dopo il silenzio e la pena, anche una da amare.
(Agli amici... lo consiglio.)