martedì 4 settembre 2012

Rosso Floyd

 Michele Mari - Rosso Floyd (2010)
 
 
 
Romanzo atipico (Mari è atipico) sui Pink Floyd, sulla loro “anima” Syd Barrett, ben presente agli esordi e poi, dopo l’allontanamento per follia ingravescente, comunque sempre aleggiante, e sulle due anime... di secondo pelo, i “siamesi” Waters e Gilmour, al fin separati (mentre all'origine Pink Anderson e Floyd Council erano divenuti siamesi per congiunzione...); ma anche su tanti altri che qui, a vario titolo, hanno modo di dire la loro. La struttura è costituita infatti da una sorta di istruttoria, con contributi molteplici: ciò (attenzione!) rende la lettura tendenzialmente pesante... se non adeguatamente dilazionata; il tema, poi, deve chiaramente interessare (altrimenti è meglio astenersi). Nel libro c’è del vero (dati e date inoppugnabili) e ovviamente della finzione, come si sa (in narrativa) e come ad ogni buon conto preavverte esplicitamente l’autore. Colpiscono soprattutto la densità degli elementi proposti, il fine lavoro di introspezione e proprio l'originalità (che ogni volta Mari rinnova).
 
(Agli amici... molto interessati al binomio letteratura-musica... lo consiglio.)


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