martedì 11 dicembre 2012

Il sipario

Milan Kundera - Il sipario / Le rideau (2004)
 
 
 
Saggio sull’arte del romanzo, pregevole per essenzialità e chiarezza espositiva (e dunque accessibile anche al “lettore medio”).
 
Bignami (cioè... “il minimo per passare l'esame”):
 
1) Kundera su Miguel de Cervantes Saavedra e sul suo “Don Chisciotte” (1605-1615):
“Un sipario magico, intessuto di leggende, era sospeso davanti al mondo. Cervantes mandò don Chisciotte in viaggio e strappò quel sipario. Il mondo si aprì davanti al cavaliere errante in tutta la comica nudità della sua prosa. (…)
Don Chisciotte spiega a Sancio che Omero e Virgilio non descrivevano i personaggi “così com’erano, ma come dovevano essere per servire da esempio di virtù alle generazioni future”. Ma lo stesso don Chisciotte è tutto fuorché un esempio da seguire. I personaggi romanzeschi non chiedono di essere ammirati per le loro virtù. Chiedono di essere compresi, il che è completamente diverso. Gli eroi dell’epopea vincono o, se sono sconfitti, conservano sino all’ultimo respiro la loro grandezza. Don Chisciotte è sconfitto. E senza grandezza alcuna. Perché d’un tratto tutto è chiaro: la vita umana in quanto tale è una sconfitta. Di fronte all’ineluttabile sconfitta che chiamiamo vita, non ci resta che cercare di comprenderla. In questo risiede la ragion d’essere dell’arte del romanzo.”
 
2) Cit. Henry Fielding, a commento del suo “Tom Jones” (1749):
“L’alimento che qui proponiamo… al nostro lettore… non è altro che la natura umana.”
 
3) Cit. Gustave Flaubert (1821-1880):
“Mi sono sempre sforzato di andare all’anima delle cose…”
 
4) Cit. Marcel Proust (1871-1922):
“Ogni lettore, quando legge, è soltanto il lettore di se stesso. L’opera dello scrittore non è che una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di scorgere ciò che forse, senza il libro, non avrebbe visto in se stesso.”
 
5) Cit. Hermann Broch (1886-1951):
“La sola morale del romanzo è la conoscenza.”
 
6) Kundera sull’evoluzione dei primi decenni del '900 (Kafka, Broch, Hašek…):
“La svolta che, con discrezione, ha allontanato l’arte del romanzo dal suo incantamento psicologico (dallo studio dei caratteri) e l’ha orientata verso lo sguardo esistenziale (l’analisi delle situazioni “in grado di illuminare i principali aspetti della condizione umana” ha avuto luogo venti o trent’anni prima che la moda dell’esistenzialismo si impadronisse dell’Europa; ed è stata ispirata non già dai filosofi, ma dalla logica stessa dell’evoluzione dell’arte del romanzo.”
 
(Agli amici... lo consiglio.)


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