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giovedì 7 settembre 2017

Le Marlboro di Sarajevo


Milienko Jergović - Le Marlboro di Sarajevo / Sarajevski Malboro (1994)



Milienko Jergović - nato a Sarajevo nel 1966 - ha pubblicato questa importante raccolta di racconti nel 1994, a guerra balcanica in corso. Qualche anno dopo gli è stato chiesto: “Per chi ha scritto Le Marlboro di Sarajevo?” Risposta: “Sostanzialmente per me stesso e per una ristretta cerchia di amici. Questo libro rappresentava un tentativo di salvare l'identità, nel momento in cui sembrava che la Bosnia, e con lei Sarajevo, fosse condannata a morte. Pensavo: se dovesse scomparire proprio tutto, dovrà pur esistere un luogo - in questo caso il libro - nel quale sia possibile mettere in salvo un mondo. Almeno sotto forma di illusione.”

giovedì 17 novembre 2016

Al dì di Pentecoste


Miljenko Jergović - Al dì di Pentecoste / Srda pjeva, u sumrak, na Duhove (2008)



In quarta di copertina si parla di “affresco cangiante e monumentale della Jugoslavia lungo tutto il Novecento”: sarà così - per chi già conosce a fondo i Balcani, sapendo cogliere certe sfumature -, ma nella mia lettura, partita bene, ho poi sofferto i troppi personaggi, le troppe storie... sicché l'attenzione è andata scemando... e l'affresco cangiante si è sfocato sempre più, irrimediabilmente.

lunedì 8 febbraio 2016

Volga, Volga


Miljenko Jergović - Volga, Volga (2009 / in Italia 2012)



Ricostruendola da pezzi sparsi, Jergović racconta la storia di Dželal Pljevljak, un uomo qualunque, cittadino dell'ex Jugoslavia, che a seguito di un paio di interferenze pesanti nella sua tranquilla esistenza si pone al centro dell'attenzione, protagonista suo malgrado. Il ruolo di coprotagonista è ricoperto a buon diritto dalla sua automobile, una Volga di fabbricazione sovietica, mentre lo scenario è - appunto - quello di una Jugoslavia molto eterogenea, sempre più instabile, prossima alla guerra interna e alla dissoluzione degli anni '90.
Presa a settori, la scrittura di Jergović - che è anche poeta - è splendida, mentre la costruzione generale del romanzo è piuttosto complessa, con salti temporali frequenti e persistenza di termini slavi (da addebitare alla traduttrice), il tutto in un'atmosfera balcanica molto complicata di suo. Comunque, seppure a tratti faticosa, una bella lettura.