martedì 10 gennaio 2012

Imprigionati nell'io

L'animale umano, evolutosi sugli alberi e poi sceso a correre nelle praterie del Kenia, raggiunse una posizione altamente consapevole che lo impacciava al di là di ogni conforto della filosofia. Alle tre del mattino, il nostro cervello si agita nell'io, nel tentativo di scappare da quella che, come sappiamo, è una nave che affonda. Ma uscire dall'io non è una pratica occidentale. Le pareti del cranio rimangono solide e noi rimaniamo imprigionati dentro con le nostre paure.

Da: John Updike - Villaggi (2004)
(Trad. Silvia Piraccini)

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