martedì 13 maggio 2014

La fortezza della solitudine


Jonathan Lethem - La fortezza della solitudine /The Fortess of solitude (2003)



“Fortezza della Solitudine” è il nome del rifugio segreto di Superman. In effetti, nel romanzo di Lethem i supereroi bazzicano parecchio, e non solo nei fumetti: tra i protagonisti - si sappia subito - gira un anello che li può rendere invisibili, o capaci di volare... 
Il romanzo descrive - attraverso la storia del bianco Dylan Ebdus e del nero Mingus Rude - il mondo complicato della Brooklyn degli anni ’70-’80, quello vissuto dallo stesso Lethem nella sua formazione: periferico, duro, povero, multietnico, ricoperto di graffiti, sonorizzato prima dal rythm and blues e dal soul e poi dal punk e dal rap, infestato dalle droghe.
Ho apprezzato a tratti, specie nella parte iniziale della storia, più credibile e avvincente, nonché in occasione dei riferimenti musicali, numerosi e interessanti; ma ho faticato in altri lunghi tratti infarciti di elementi disparati, eccessivi o futili, comunque ridondanti, e sofferto nelle fasi di irruzione del fantastico (dei superpoteri) nel reale: in definitiva, una lettura che ancora una volta mi ha fatto pensare a quanto gioverebbe a certi autori, soprattutto d’oltreoceano, lo sfrondamento, l’elisione del troppo.

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