martedì 7 gennaio 2014

Il desiderio di essere come tutti


Francesco Piccolo - Il desiderio di essere come tutti (2013)



In esergo, una frase di Natalia Ginzburg ricorda come nell’uomo coabitino naturalmente la voglia di “diversità e solitudine” e “il desiderio di essere come tutti”: due pulsioni, antitetiche e concomitanti, che muovono le scelte dei singoli con esiti sulla vita privata e pubblica.
Francesco Piccolo racconta come abbia sentito consolidarsi nel tempo il suo “istinto all’eguaglianza”, razionalizzato nello sforzo di avvicinare l’altro, conoscerlo meglio, scoprire le somiglianze, comprenderne a fondo le ragioni - anche se distanti. In politica, specificatamente, l’uomo di sinistra Francesco Piccolo racconta come sia giunto a considerare sempre più negativamente, dapprima in sé e poi nei suoi simili, l’errore di chiudersi in un consesso ristretto di “puri”, “moralmente superiori” agli avversari. Tra gli esempi più noti e deleteri, cita quello del 9 ottobre 1998, quando Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista, pose fine al primo governo Prodi privilegiando la “purezza” della sua posizione assolutamente minoritaria sull’interesse dell’intera sinistra e del Paese. (E Piccolo rivela che aveva votato proprio Rifondazione Comunista alle politiche del 1996: sentendosi quindi, due anni dopo, complice del “duro e puro” Bertinotti.)
In definitiva: un po’ autobiografia - seria e ironica al contempo - e un po’ libro di storia - con ottica dichiaratamente di parte -, “Il desiderio di essere come tutti” offre una lettura interessante, utile e piacevole.

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