Il fumo sale fin dove non si vede più, si perde nella volta del cielo azzurro e lo tinge di grigio ma non è più fumo, è diventato il colore del cielo.
E poi?
E poi comincia a scendere una neve grigia come quel fumo. Una neve grigia e lenta e pesante che neve non è ma è come carta bruciata, erosa dal fuoco, impalpabile perché quando la sfiori o ti sfiora s'annienta nell'aria, muore dispersa dal niente, eppure se non la sfiori o non ti sfiora prima o poi cade per terra e lascia una specie di cenere che cenere non è ma è neve di ciminiera, neve di forno crematorio, neve di camera a gas, neve di corpi spogliati nudi, neve di rampa di Auschwitz, neve di vagoni piombati che partivano pieni e tornavano vuoti, neve di appelli per nome e per numero, neve di rastrellamenti casa per casa, neve di bambini in braccio alle madri, di neonati attaccati al seno, di vecchi morenti, neve di disperazione e paura, neve di tutto quel che è stato ed è ancora e non passa, non passa, non passa per nessuno di noi.
Elena Loewenthal
Da: La lenta nevicata dei giorni (2013)
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